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Il Duomo di Teramo.
Storia e descrizione
Francesco Savini
Forzani e C. Roma, 1900, pagine 176 (più 29 tavole)

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   B) PARTICOLARI DELL'INTERNO E LORO STORIA
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   si passò al secondo saggio lì presso e a fianco della balaustrata del presbiterio; ivi si rinvenne un sepolcro della larghezza di due metri fornito di volta a pietre spugnose, ma ni una traccia di sotterraneo ediflzio. Il terzo saggio ebbe luogo sui brevi gradini, che dalla nave centrale mettono sul presbiterio, ma sì trovarono soltanto i pie dritti di sei scalini, che, perfettamente simili di forma e di livello a quelli tuttora esistenti nel numero di sei e sulla stessa linea nelle due navate minori, davano accesso al presbiterio prima dell'innalzamento di questo, seguito, come abbiamo veduto (§ 29), nel 1826.
   Il quarto scavo fu eseguito nel mezzo del presbiterio, nel punto ove si vede una pietra ornata di una stella a musaico, e alla profondità di due metri, ma senza alcun risultato. Il quinto seguì dietro l'altare maggiore in cornu Epistolae, ove c'imbattemmo subito in una solita tomba piantata sul terreno riempiticelo e piena di scheletri. Ci volgemmo allora al lato del Vangelo, pur dietro l'altare maggiore, col nostro sesto saggio, ma questa volta, e nel seguente tentativo, spaziandoci assai di più e penetrando fino al terreno vergine, come mostrano appunto la pianta e la sezione, che ne diamo in fine (tav. XV, nn. 1 e 2). A nove centimetri di profondità dall' attuale pavimento si rinvenne l'antico, nella forma che abbiamo già descritto al luogo del presbiterio (§ 29) e che nella stessa tavola riproduciamo (tav. XV, n. 4). Subito sotto ci apparve una fossa mortuaria quasi quadrata, con parecchi scheletri, lunga metri 2.20, larga 2 e profonda 2, e formata da quattro muretti della grossezza di metri 0.40, eretti sopra la terra mo-ìsa e sostenenti una volta a mattoni: entro tale fossa venne in luce un antico muro, fondato sopra uno strato di calcestruzzo e della grossezza di metri 0.80: quest'ultimo, poi, alla profondità di metri 3.50 dall'attuale pavimento, posava sul terreno fermo a metri 1.30 dal muro perimetrale del presbiterio edificato nel secolo xvi dall'Arcioni. Faceva tal vecchio muro parte delle pareti laterali della distrutta cripta ? La ruma totale di questa non ce ne può ora render certi, e si può soltanto supporre la cosa : il

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