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Il Duomo di Teramo.
Storia e descrizione
Francesco Savini
Forzani e C. Roma, 1900, pagine 176 (più 29 tavole)

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   B) PARTICOLARI DELL'INTERNO E LORO STORIA 51
   di questo scritto (n. 35). Il coro soltanto, come abbiamo veduto (§ 32), non è opera fatta per questa sagrestia, ma vi fu trasferito dalla chiesa di S. Matteo.
   36. Dopo aver girata per lungo e per largo la nostra chiesa e ricercatone ogni più riposto angolo, è ormai tempo di trovarne l'uscita. Oggi se ne hanno due, ad oriente e ad occidente; quest'ultima però della fine del secolo xvm, come or ora diremo. Prima però del rinnovamento del 1739, come pur ci narra il Campano nel secolo xv (§ 6), le porte del Duomo erano tre : orientale, occidentale e settentrionale. Adesso resta solo la prima, la maggiore, celebre costruzione di Diodato Cosmati nel 1332, e della quale daremo più innanzi la descrizione artistica (§ 64) e la figura (tav. II). Il Muzii ne parla due volte: la prima, quando, notando le opere fatte in Teramo dall'anno trecentesimo fino a' suoi tempi e « quanti denari » esse costassero, novera tra queste « il lavoro delle pietre e del legname alla porta mag-« giore ».l La seconda, allorché descrivendo lungamente "2 le feste celebrate per la venuta in Teramo nel 1514 della regina vedova Giovanna d'Aragona, narra, che « entrando « nella Cathedrale dalla porta maggiore, la Regina mirò « con attenzione i belli lavori di pietra e legname d'essa ». Questi ultimi, cioè le imposte di legno intagliate, divenute, per verità, cadenti (ma sempre preziose), furono rifatte, intorno al 1856, con disegno dell' ingegnere Pietro Quinti-liani, dall'intagliatore Antonio Gerardini di Montegiorgio nel Fermano, imitando alla meglio, o alla peggio, le scolture delle antiche, ornai disperse.
   Per avere un' idea esatta delle porte del Duomo prima e dopo la ricostruzione del 1739, è mestieri qui udire il Palma, che ne discorre con quelle circostanze che doveano esser note a chi, come lui, avea udito i testimoni de visu dello stato anteriore della nostra chiesa. « Delle tre porte », scrivo egli dunque,3 « indicate dal Campano, ne rimane una sola,
   1 MUZII, op. cit., di al. III.
   2 Idem, op. cit., dial. VI.
   a PALMA, op. cit., voi. II, p. 251.

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