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Il Duomo di Teramo.
Storia e descrizione
Francesco Savini
Forzani e C. Roma, 1900, pagine 176 (più 29 tavole)

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   C) MOBILI ARTISTICI E PREZIOSI 55
   quali oggetti parleremo più innanzi. Vi notiamo inoltre una croce fornita, cioè, crediamo, astata, una mitra ornata di perle1 e di pietre (preziose), due incensieri, due navicelle, un aspersorio, un piccolo evangeliario ed un epistolario ricoperti d'argento, quattro corone della Madonna, diciassette calici, tra cui uno grande dorato e smaltato con la patena avente in mezzo un Crocifisso in ismalto, più un aspersorio (sparano), quattro tabernacoli di cristallo, ornati d'argento, ossia ostensorii di cristallo, di forma cilindrica per l'ostia santajB per le reliquie, un cassetto anche per queste e una cassa pel sacro Crisma ed una palla (cì; ottone) dorata per tener calde le mani al vescovo nelle funzioni, una crocetta col piede, un'altra crocetta niellata pure pel vescovo, un'ampolla per l'olio santo, due simili (lascito dal canonico aprutino Sir Crisante) ed altri oggetti minuti, siccome anelli, cinture, perle, pietre, smalti ed un anellino (anellecta) d'oro, ma senza pietra; unico oggetto aureo dell'intera suppellettile registrata in questi tre cataloghi.
   39. La seconda parte dell'inventario del 1482 è ancora più.interessante, perché contiene una lunga serie di paramenti e di altre stoffe sacre, la quale non si trova negli altri due inventari e ci mostra come la nostra chiesa fosse ricca tanto di argenti quanto di preziosi panni. Il lettore ne potrà leggere l'intera lista nella nostra appendice; e noi ci teniamo qui paghi a notare i numerosi palii e gonfaloni delle arti, che ci richiamano alle potenti corporazioni di queste nel medio evo, il prezioso palio di seta e di broccato d'oro, che, essendo appartenuto al re Alfonso d'Ara-gona, benevolo ai Teramani e tra loro dimorante negli anni 1443 e 1445,2 può considerarsi come dono di costui alla cattedrale; e infine un altro palio con sopra ricamato
   1 II PALMA (loc. cit.) in queste tre parole, che sole pubblica dell'inventario del 1482, incorre in un errore, leggendo penne per perne, nome che allora fra noi si attribuiva a pzrle. Difatti nel codice originale il segno d'abbreviazione, una serpetta (pène) indica perne] giacché per dir penne occorreva, in luogo della serpetta, un lineetta. E chi penserebbe ad una mitra con le penne?
   8 PALMA, op. cit., voi. II, p. 195.

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