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IL DUOMO DI TERAMO
« poste in ambedue gli specchi inferiori delle porte del «.Ghiberti... Altre sorprendenti somiglianze si trovano nel-« I"1 Annunziazione ", nella "Tentazione", nella " Flagel-« lazione ". Danno meno nell'occhio (minder auffallend), «con qualche semplificazione, i quadri: "Cristo ali'orto", « la "Risurrezione ", il " Viaggio del Calvario '' (qui v'ha « in fondo un guerriero romano). Devesi particolarmente « osservare che i rilievi del paliotto, prescindendo dalla sua « ineguale proporzione, non sono egualmente belli nella « composizione e nella esecuzione e che nel taglio i mi « gliori rilievi sono quelli di sopra enumerati.
« Di questa imitazione non si può certo fare rimprovero « al nostro maestro; perché Raffaello si è strettamente attesi nuto nel suo " Sposalizio „ ad un simil dipinto del suo mae-« stro, il Perugino. L'esecuzione de' suoi modelli nella diffi-« cile tecnica del lavoro a sbalzo (Trèiben), (malgrado la » loro riduzione in minore proporzione), riehiedeva dal. mae-« stro tanta attitudine artistica, che il suo ingegno non è « affatto pregiudicato se ha seguito buoni modelli. E chi sa « che non avesse ricevuto uno speciale incarico di ripro-" durre, per quanto gii era possibile, dall'originale le sud-" dette scene delle porte del Ghiberti? Che egli poi abbia « potuto da sé compire alcun che di notevole, basta a provar « ciò la stupenda figura di Cristo sul paliotto.
« Se dunque Nicola è stato sicuramente a Firenze, non' « si può andare errato quando si ricerca il suo più adatto « (maszgebendste) maestro ancor là, dove allora la tecnica « dello smalto e del cesello (?) era nel maggior fiore, e dove « egli perciò aveva dovuto apprenderla. Cosi Nicola di Guar-<••• diagrele può essere sicuramente collocato a fianco dei più «notabili maestri d'argenteria del suo tempo».
Il lettore ci perdonerà questo lungo estratto; ma il maggior tesoro della chiesa, di che andiamo qui narrando, meritava una così ampia descrizione storico-artistica, che certamente è più competente di qualsiasi altra avremmo potuto fare noi stessi. E ad opportuno corredo di siffatta ampia descrizione diamo in fine l'intera fototipia del paliotto, tratta da una fotografia del Nardi di Teramo (tav. XII).