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Il Duomo di Teramo.
Storia e descrizione
Francesco Savini
Forzani e C. Roma, 1900, pagine 176 (più 29 tavole)

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   C) MOBILI ARTISTICI E PREZIOSI
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   42. Passiamo intanto ad un altro prezioso cimelio della cattedrale: il busto argenteo cesellato e smaltato di San Be-rardo. Ne abbiamo il primo ricordo nel suddetto inventario del 1482 e poi nei successivi del 1502 e del 1504; nel secondo ve n'ha una più circostanziata menzione in questa foggia: « Lo Capo de Sancto Berardo da mezo bustu «in su de argento fino». Quando poi nel 1503 la vedova regina Giovanna d'Aragona visitò la sua Teramo, nel Duomo «si posero», narra il Muzii, «sull'altare maggiore a man * destra il corpo et alla sinistra il Braccio del. glorioso « S.Berardo... incastrato d'argento »,' disposti appunto come s'usa ai nostri giorni. Un secolo più tardi, quando cioè il vescovo Montesanto nel 1601 fece ristampare in Venezia la leggenda di San Berardo 2 vi aggiunse, che nella cattedrale « Brachium autem et Caput ipsius in thecis argen-«teis honorificentissime conservantur ».
   Il busto lavorato a sbalzo e a cesello poggia su d'una elegante e gentile ringhiera (di argento, coinè tutto il resto), che si svolge ad archetti trilobati ed è cimata da varie cuspidi terminanti in gruppi di tre palline. La mitra, d'antica foggia, è staccata e posata sul capo del Santo, ed il viso d'asceta ha un'espressione nobile e severa. Le parti più notevoli sono i tondi a smalti vivaci, ma in gran parte scrostati, che adornano la mitra nel numero di trenta e la stola in quello di sedici. Il lettore può intanto osservarlo nella nostra fototipia (ta,v. XIII).
   Di questo prezioso oggetto non conosciamo l'autore, e neppure l'epoca; ma lo stile artistico e qualche altra ragione di natura storica co lo fanno stimare opera del quattrocento. Difatti quegli archetti traforati e quelle cuspidi pomellate fanno tosto pensare alla maniera gotica tedesca introdotta fra noi nell'avanzato Quattrocento; come prova il fatto del campanile del Duomo che, siccome diremo a suo luogo (§ 51), ebbe l'ottagono e la piramide sullo scorcio del secolo xv; prima dominavano fra noi il tondeggiare
   1 MUZII, op. cit., dial. VI.
   2 Vita S. Ber ardi ecc., Venetiis, Eampazeti, 1601.

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