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IL DUOMO DI TKRAMQ
45. Oltre di quella più sopra descritta (§ 43), un'altra croce-reliquiario più grande, e col piede, si serba nella custodia o ciborio dell'altare della sagrestia del Duomo. Essa è pur d'argento e dorata in parte ed è di maniera barocca, di quella, pare, appartenente alla prima metà del secolo xvin. Ha l'altezza di m. 0.69 l/2 e la larghezza di m. 0.39. Contiene reliquie insigni: in mezzo il legno della Santa Croce, e ai quattro bràcci frammenti della pietra del Santo Sepolcro, della Santa Sindone, della colonna della flagellazione di Nostro Signore e della sacra Spina. Quest'ultima ci ricorda ciò che narra il Muzii* a proposito della visita fatta a Teramo nel 1514 dalla regina vedova Giovanna d'Aragona, la quale, fra le numerose reliquie mostratele nel Duomo e nella chiesa della Misericordia, oggi dissacrata, adorò e ammirò moltissimo quella della sacra Spina allora custodita in questa ultima chiesa. Ora di tutte quelle annoverate dal Muzii non restano che la Croce e la Spina, e giova credere siano appunto desse le suddescritte qui da noi.
46. Altri due notevoli oggetti d'argento, oggi interamente trasformati, sono: il pastorale e la croce processionale, ambedue mentovati negl'inventar! del 1482 e del 1502. Il primo, ivi detto: «una doccia de argento fino de peczi « quactro », del peso, giusta la nota degli argenti tolti dal Duomo nel 1530 (§ 40), di libbre 10 ed once 3, era opera preziosa del principio del secolo xiv e dono del vescovo Arcioni. Era esso « un grosso e ben travagliato (sic) Pasto-«• rale d'argento », scrive il Palma, 2 « fatto rifondere ed « impiccolire da Monsig. Pirelli, perché mal adatta vasi alla « debolezza del suo braccio, ed alla piccolezza di sua sta-«tura»; con quanto vantaggio dell'arte e del tesoro del Duomo ognuno intende. Ciò avveniva allo scorcio del passato secolo; nel precedente xvn, poi, come mostra lo stile, fu fatta, o, probabilmente rifatta, la croce astata intera-
1 Muzn, op. cit., dial. VI.
2 PALMA, op. cit., voi. II, p. 86.