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Il Duomo di Teramo.
Storia e descrizione
Francesco Savini
Forzani e C. Roma, 1900, pagine 176 (più 29 tavole)

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   IL DUOMO DI TERAMO
   Ma appartenne esso originalmente alla canonica ? Ovvero ebbe esso altro sito e diversa destinazione e fu qui più tardi trasferito ?
   È una costruzione da una parte troppo ornata e dall'altra di forma insolita per stare in mezzo ad un chiostro di un monastero o di una canonica. Per altro la fattura delle colonne, il guardarsi scambievole dei lioncelli che lor servono di base, l'uniformità dei capitelli (meno uno rifatto più tardi a foggia classica) mostrano chiaramente T edifizio, a dir così, d'un sol getto ed originariamente destinato ad un solo scopo. Ma quale questo si fu o almeno appare sia stato ? Anzitutto noi escludiamo, per le addotte ragioni, sia stato costruito pel chiostro della canonica, e supponiamo invece che, tolto altronde, fosse qui trasferito nella sua parte principale, che sono le colonne. Difatti la rozza cupola a calotta appare chiaramente sovrapposta a queste più tardi, ali' epoca cioè del loro trasporto, ed a scopo di rendere immune dalle intemperie 1' ossario che v' è sotto e che vedesi ancor fatto salvo da un recinto quadrato a parapetto: allora forse dovette rifarsi il capitello bruttamente classico, infrantosi a cagione o del trasporto, o del peso della cupola, o di altro fatto qualsiasi. Inoltre la forma emisferica della detta cupola ne mostra l'epoca classica e perciò posteriore a quella delle colonne; e difatti ai ciborii delle nostre più antiche chiese apponevansi cupole cuspidali e non tonde; e basti per ciò l'esempio di quello ancora esistente di S. Clemente al Vomano.1 Se dunque tali colonne formarono con diverso fastigio un ciborio, questo dovette senza dubbio ricoprire l'altare maggiore di una chiesa certo assai vicina. E questa non potrebbe essere che la cattedrale e, se non al tempo della primitiva costruzione di Guido nel secolo xn, a quello dell'aggiunta arcioniana nel principio del secolo xiv; e ciò perché il fare lombardesco degli ornati dei capitelli e delle spirali delle colonne non che la foggia dei leoncelli di base ci richiamano allo stile dominante fra noi nel secolo xiv
   1 BINDI, Mon. stor. et artist. degli Abruzzi, Napoli, 1889, V, tav. 50.

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