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IL DUOMO DI TERAMO
opportunità della cosa, la ripetiamo secondo appunto la trascrisse l'Antinori da un pubblico instrumento del 1606 fatto fare dal vescovo Montesanto e già esistente nell'archivio comunale. « Nell' anno xiv », riferisce l'Antinori, « del vescovato di Vincenzo da Montesanto esisteva un « pubblico monumento nella parete esteriore della Catte-te drale verso la Piazza del mercato sulle botteghe della « Chiesa a settentrione. Era quella lesionata in più parti, « e nel timore che cadendo si perdessero le figure antiche, « le armi e gii altri ornamenti quivi dipinti, se ne descri-« vesserò le forme. Si disse che dalla porta di mezzo di « essa Chiesa fino alla Sagrestia vecchia vi erano varj « ornamenti e le figure della Vergine Maria, di San G-io-« vanni Evangelista, di San Berardo vescovo e Avvocato « della città, tre armi gentilizie, tra le quali una conte-a. nente un Agnus Dei in campo rosso che si diceva essere « del vescovo aprutino Pietro di Valle, l'immagine di un « vescovo sedente in veste lunga di zibellino, con bacchetta « nella destra e libro aperto sopra il sinistro ginocchio, « al quale il Podestà vestito di rosso, stante in piedi con « la destra sul libro aperto, da il giuramento, e colla si-« nistra prende la bacchetta da esso vescovo come da prin-« cipe per concessione dei re. Seguono le immagini de'paggi, « di due trombette suonanti, tutti vestiti a rosso. In un « pilastro quadrato, sporgente mezzo palmo dal muro, l'im-« magine di un vecchio con chioma e barba prolissa in « abito talare rosso avente intorno trenta cittadini primarii « in vesti lunghe di varj colori, quello cioè che si chia-« mava il mediano e che avea la facoltà di eleggere un « uomo in Potestà in vigore di un privilegio, ossia formola « di giuramento, in una Bolla del vescovo aprutino Stefano « di Carrara del 1° settembre 1415 eco. ».
Fin qui l'analisi del documento data dall'Antinori. Jl Muzii l intanto, che, come abbiamo detto, descrive pure tale affresco, stima, centra il detto di alcuni, il personaggio sedente essere pei suoi « vestimenti piuttosto regii che
1 MUZII, op. e loc. cit.