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IL DUOMO DI TERAMO
tività edilizia nella nostra città; e, fra tante ricostruzioni posteriori, fronteggia ancora intatto e maestoso la Piazza del mercato. Non sapremmo però determinarne più precisamente l'epoca e dirne il vescovo autore: il Muzii parla, è vero, della « loggia terrena del Palaggio del Vescovo », ma non accenna al tempo della costruzione della medesima. l
e) Più tardi, cioè nel secolo xv, l'abitazione vescovile appare merlata, a segno certo della supremazia del nostro prelato. Ecco come ce la mostra il Campano nella lettera descrittiva della sua città episcopale :2 « Al duomo « è contigua l'abitazione del vescovo e n'è divisa soltanto « per un viottolo (su cui è ora il cavalcavia, come nella « nostra tav. IV), e, sebbene essa non corrisponda alla ma-« gniflcenza della cattedrale, è più comoda che bella; li-« bera da ogni lato, termina a mo' di rocca, e guarda su « tre piazze: degli animali (oggi Piazza grande), l'altra, « ove si spacciano le mercanzie (del mercato) e la terza a « tergo, ove dimorano i beccai (della verdura) ; e le flne-« stre hanno il piacere di guardar dappertutto. E le merci « che vanno e che vengono passano tutte sott' occhio ».
d) Un miglioramento ed ingrandimento s'ebbe l'episcopio dal vescovo Silverii-Piccolomini sullo scorcio del secolo xvi. Egli, assai magnanimo verso la sua chiesa, ampliò il palazzo, a quanto narra l'Antinori,3 « dalla parte « della Piazza de' Mercatanti dal pian terreno fino al tetto « e fece la scala di travertini, la loggia alla sommità di « quella e le nuove stanze contigue ». Così l'Antinori ;
1 MUZII, op. cit., dial. I, in fine.
2 CAMPANI Epist., lìb. I, epist. IV, Lipsiae, 1707: «Tempio maxime « contiguae sunt aedes Pontifìciae, nisi quod viculo solum dirimuntur. « Hae aedes haudquaquam respondent ad templi magnificentiam, «aptae tamen magis, quam pulcrae, liberae undique atque expeditae, « in arcis modum absolvuntur, spectantque triplex forum, primum in « quo ammalia, alterum in quo merces veneunt, tertium a tergo ma-« celiarli; habentque hoc voluptatis fenestrae, ut cuncta despiciant. « Qaicquid undique comportationum rerumque venalium propter oculos « eunt, propter oculos redeunt, in oculis proponuntur ».
3 ANTINORI, Vesc. di Teramo cit., ms. ad an. 1580.