Stai consultando: 'Il Duomo di Teramo. Storia e descrizione', di Francesco Savini

   

Pagina (88/194)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (88/194)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Il Duomo di Teramo.
Storia e descrizione
Francesco Savini
Forzani e C. Roma, 1900, pagine 176 (più 29 tavole)

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   E) PARTE DESCRITTIVA.
   91
   cata, identica a quella della stessa cupola, cioè in parte a pietre conce; mentre la nave superiore, oltreché chiaramente addossata, e in epoca posteriore, alla cupola, è costruita sì a fasce di pietre e di mattoni, ma in maniera meno accurata e con mattoni più piccoli di quelli adoperati per la cupola. Difatti, mentre questi sono messi quasi tutti di punta, i mattoni invece della nave superiore son murati di fascia e di punta alternativamente; ciò che è proprio dello stile lombardo, come pur dello stesso è l'andar privi d'intonaco, venuto assai più tardi, secondo che osserva il Mella. l Le antiche finestre della cupola sono scomparse per dar luogo alle attuali quadrate e più larghe; il cornicione, parte in pietra e parte in mattoni, è messo a dentelli e a mensolette, come mostra il nostro disegno (tav. XVI, n. 2), ed è cimato da un partito originale di merli a foggia piramidale e tagliati a scalette, di stile, secondo noi, moresco 2 con lo scopo evidente di mascherare il tetto, come mostra la stessa tavola.
   e) La nostra cupola è di maniera in tutto lombarda. Le cupole, di origine orientale, lasciata in Italia la forma concentrica e adottato il tetto, sorsero, come nota il Mella, 3 sul quadrato normale della crociera (di cui nel Duomo teramano si scorge ancora, presso il campanile, l'esterna traccia), passando superiormente alla forma poligonale. Tale è la nostra chiaramente all'esterno; ed anche nell'interno se ne intravede l'antica foggia, per quanto nascosta dalla ornamentazione barocca del Settecento.
   d) Un'altra cosa notevole di questa cupola sono le due torricelle ad arco, destinate già ciascuna ad una campana. Ciò da una parte ci prova l'uso primitivo delle cupole e dall'altra l'antichità della nostra. Difatti esse, come pur osserva il Mella 4 e ci ammoniscono gli esempi di S. Andrea di Vercelli e della badia di Chiaravalle presso
   Op. Cit, p. 19.
   2 Noi ne troviamo difatti di simili in qxielli che cimano la porta El-Jemis in Tangeri nel Marocco.
   3 MELLA, op. eit., p. 23.
   4 Idem, op. e loc. cit.

Scarica