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Il Duomo di Teramo.
Storia e descrizione
Francesco Savini
Forzani e C. Roma, 1900, pagine 176 (più 29 tavole)

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   IL DUOMO DI TERAMO
   l'estremo ornamento della facciata, che è una serie di merli biforcati, ma alla maniera guelfa, qual'era la fazione seguita allora comunemente nel regno, e nella nostra città.
   b) Là parte più notevole di questa facciata è senza dubbio la porta centrale, che devesi al romano Arcioni, il quale nel 1332 ne affidò l'opera a Diodato o Deodato di Roma, o de Urbe, come suona l'epigrafe sull'architrave da noi riferita nell'appendice (n. 3). Questo Diodato dee credersi uno de' celebri Cosmati, che operarono in Roma a S. Maria in Campiteli! e a S. Maria Maggiore e, giusta il Lanzil e il Promis,2 nel Duomo d'Orvieto. Più notevole è il tabernacolo a quattro colonne eretto dal Cardinale Francesco Caetani, che visse sino al 1317,3 sull'altare maggiore della basilica di S. Maria in Cosmedin in Roma, recentemente restaurata. Esso è opera del marmorario romano Diodato,4 che senza dubbio è quello della nostra porta maggiore. Si è dubitato dal Salazaro5 e dal Boito sull'appartenenza di Diodato alla celebre famiglia di questi mar-morari romani. Per parte nostra possiamo dire che l'illustre archeologo G-. B. de' Rossi, a cui noi, richiesti, demmo notizia su questa porta e sul suo autore, che fin d'allora .reputammo un Cosmati, scrisse già che niun dubbio poteva cadere su tale attribuzione. Lo Schulz 6 poi in una nota, che qui sotto noi originalmente riportiamo, e eh' egli scrive a proposito della porta teramana, pensa che ben può ascriversi alla famiglia de' Cosmati questo Diodato, .che, secondo il Titi7 e il Ciampini,8 appare nel 1290 qual figlio del iuniore Cosimo; anzi egli soggiunge col Promis, che Dio-
   1 LANZI, Storia pittorica, Milano, ediz. Silvestri, voi. I, p. 7.
   2 PKOMIS, Not. epigraf. de' marmorari romani dal x all'xi secolo, Roma, 1836.
   3 CARDEIXA, Mem. stor. dei cardinali, Roma, 1793, voi. II, p. 53.
   4 H. GRISAR, Sainte-Marie in Cosmedin a Rome, in Hevue de l'ari chrétien, 1898 (t. q. 3e livraison, p. 181 ss).
   5 SALAZARO, L'arte romana nel medio evo, Napoli, 1881, p. 33.
   6 SCHULZ, Derikmdler der Kunst des Mittelalters in Unieritalien, Dresden, 1860, voi. II, p. 12.
   7 TITI, Storia detta pittura, p. 84.
   8 CIAMPINI, Vetera monumenta, voi. I, p. 181.

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