E) PARTE DESCRITTIVA
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mento araldico delle due città fa pensare alle alleanze politiche e commerciali, che spesso nel medio evo le stringevano fra loro: ne fanno fede tuttora due documenti: del 1362, di natura commerciale, e del 1443, d'indole politica e i quali noi abbiamo in altro scritto T dato alla luce nella loro integrità.
g) Diamo ora un'occhiata alle due porte minori: l'architrave, gli stipiti e anche l'occhio al disopra appaiono costruzione moderna e fors'anco dell'ultimo restauro del 1739: ma degni di nota sono la coppia di pilastri che fiancheggiano ciascuna delle due porte e l'impostatura a rilievo che gira sopra ad ognuna di esse; segno indubitato del portico che una volta, e prima certamente dell'erezione della porta maggiore, che lo avrebbe impedito, era addossato alla facciata; quindi dev'esso attribuirsi all'epoca del vescovo Guido, I pilastri verso i due spigoli della facciata non appaiono sì evidenti come gli altri due, ma chi ben guarda li riconosce subito, come pure si avvede che le volte del portico si appoggiavano sulle suddette impostature e quindi suppone agevolmente che il portico, a maggior ragione, continuasse sulla porta maggiore, la cui rinnovazione nel 1332«tolse ogni traccia d'impostatura. Il primo., che notò tal portico, fu il citato Schulz nel 1860, seguito poi dal Mothes, come pure abbiamo veduto.
h), Un' altra parte notevole, e sotto il riguardo storico e sótto quello costruttivo, sono nella facciata le due finestre arcuate, ora rinchiuse, poste al disopra delle porte laterali e sotto alla fascia e assai dappresso agli spigoli di essa facciata : esse appartengono senza dubbio ad una costruzione precedente, la quale non può essere, nel caso nostro, se non quella del. vescovo Guido, e di cui abbiamo ragionato più sopra.
i) Non dobbiamo, in questa minuta analisi, trasandare i leoni che nel numero di sei veggiamo assisi, e forniti dì base sul dorso, sui parapetti della scalinata e sui due pilastri or ora descritti. Essi c'interessano e perché,
1 FR. SAVIM, op. cit., doc. XVI, p. 534, e doc. XXII, p. 541.