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Il Duomo di Teramo.
Storia e descrizione
Francesco Savini
Forzani e C. Roma, 1900, pagine 176 (più 29 tavole)

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   E) PARTE DESCRITTIVA
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   Che tali sculture poi sieno frammentarie, si fa chiaro dal modo della loro composizione; scorgendosi a prim'occhio che esse sono state tolte qua e là e senza essere bastevoli a ricoprire tutta la fascia. Poggiano su mensole poste al sommo e agii estremi della porta due statuette antiche, che fiancheggiano l'epigrafe onoraria al vescovo Visconti del 1632, da noi riportata nell'appendice (n. 14). Da ultimo, in quanto all'epoca dell'erezione di questa porta e della ricostituzione delle vecchie sculture, diremo che essa non può essere anteriore al 1586, quando, secondochè narrammo (§ 35), fu edificata la nuova sagrestia, né posteriore al 1632, anno della suddetta lapide onoraria.
   Noi intanto soggiungiamo, che, siccome la decorazione frammentaria di questa porta appare un avanzo dell'antico tempio guidiano, così pure le due menzionate statuette debbonsi attribuire al medesimo. Anche a questo certamente appartiene una statua dell'altezza di m. 0.94, senza la ba.se, che ne ha 0.08, rappresentante un angelo col nimbo, fittamente panneggiato e con un libro tra le mani, già nel seminario, murato in quest'anno (1899) in un angolo della sagrestia, ad ornamento del lavacro dei sacerdoti. Essa è di fattura simile alle altre statue, che noi stimiamo appartenenti alla prima edificazione del Duomo, quanto è dire al secolo xii; e lo stile e la tecnica dello scalpello ciò confermano: la positura poi della medesima (fatta della nostra solita pietra di loanella), e, specialmente, l'atto suo di recare il libro, quasi diremmo, al diacono, che dovea cantar l'evangelio, ci fanno pensare subito all'ambone, di cui dovea essere il principale ornamento e che certo non mancava in una chiesa del secolo xn. Del resto giudichi anche il lettore dalla fototipia che gliene porgiamo (tav. XVIII), riuscita per verità un po' oscura, come oscuro è il posto, in cui là scultura oggi si trova. 66. E, dopo sì lungo e vario cammino, ci pare di aver compiuta la descrizione della chiesa nello stato in cui oggi essa si trova: resta ora a dar conto, secondochè abbiamo promesso (§61) e per quanto almeno ci è possibile, della condizione della medesima avanti la generale ricostruzione
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