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spiega ciò con l'analogia, che, specialmente nell'Alta Italia, esisteva fra il gotico francese e quello adottato dai Francescani e dai Domenicani. Anzi gii storici tedeschi del-Varchitettura, quali il Mertens, il Kugier, lo Schnaase,l sin dalla pubblicazione della grande opera dello Chapuy sulle cattedrali della Francia, 2 riconobbero la derivazione del gotico tedesco, persine nel duomo di Colonia, da quello francese.
In quanto poi agii scrittori italiani, noteremo che recentemente, a proposito della monografia del Canestrelli sull'abbazia di S. G-algano,3 il quale nega con argomenti, in verità, piuttosto deboli, specialmente per una chiesa ci-sterciense, com'è quella da lui descritta, « che i Cisterciensi « introducessero in Italia l'architettura ogivale », il signor Paolo Fontana, nella recensione che ne fa, 4 confuta vittoriosamente la tesi dell'autore. Egli mostra difatti, che «per a. la disposizione planimetrica può dirsi, che le chiese Cister-« ciensi italiane derivano dalle francesi interamente, e la « somiglianzà è resa ancora più evidente dal modo tutto pro-« prio degli architetti borgognoni di disporre i contrafforti « d'angolo bipartiti. Le linee dell'alzato sono ancora più, « se è possibile, nuove in Italia, mentre hanno perfetto ri-« scontro nella regione, dalla quale proviene 1' Ordine ». Anche il Melarii 5 ammette ciò, ma riconosce pur sempre nel gotico cisterciese il seme dello stile lombardo.
E di tutto ciò possiamo ancor noi addurre una prova locale nella chiesa cister dense abruzzese di S. Maria d'Ara-bona, la cui monografia e i cui disegni si possono vedere presso FEnlart 6 ed il nostro Bindi.7 È dunque generalmente ammesso che le chiese italiane cistcrciensi provengano, anche in quanto allo stile, da quelle francesi.
1 SCHNAASE, Geschichte der bildenden Kùnste, Leipzig, 1866-1879.
2 CHAPUY et JOLIMONT, Les calMdrales frangaises, Parìs, 1823-31.
3 ANTONIO CANBSTRBLLI, L'abazia di S. Galgano, Firenze, 1896.
4 PAOLO FONTANA, in Arca. star, ital., disp. 3*, del 1897, pp. 130-135.
5 MELANI, op. cit.; pp. 243 e 245. (! ENLAKT, op. cit.
7 BINDI, Mon. art. abruzz., Napoli, 1889, tav. 107, 108 e 109.