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Il Duomo di Teramo.
Storia e descrizione
Francesco Savini
Forzani e C. Roma, 1900, pagine 176 (più 29 tavole)

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   IL DUOMO T)I TEE AMO
   così, sui nostri edilizi, e specialmente sulle facciate dei templi. Ne traiamo noi difatti, che nelle nostre chiese,, mentre il portale ad arco tondo e con la strombatura divisa da bellissimi partiti di colonne e di ripiani e sormontato dal rosone mostra la maniera lombarda, che dominò fra noi sin dal secolo xn, e mentre il resto della facciata di forma quadrata e divisa orizzontalmente da una cornice da alla medesima il carattere romano o neo-latino, invece l'alta cuspide acuta, aggiunta più tardi, nel secolo xv, segna in quest'epoca l'introduzione fra noi dello stile gotico settentrionale, venga esso dalla Germania, o, piuttosto, come or ora abbiamo detto, dalla Francia.
   76. Siffatta mischianza di stili ci muove ad allargare un po' più il campo del paragone, rispetto al nostro tempio, stendendoci nel territorio umbro, ove, siccome nel marche giano, tanti punti di contatto storici, etici ed artistici si trovano con la nostra regione. Ivi campeggia il celebre Duomo di Orvieto, recentemente rimesso all'antico e in cui quella mescolanza si fa manifesta. La facciata, ove essa particolarmente appare, e che tanto ritrae quella della cattedrale di Siena, è gotico-romanica ed è opera del senese Lorenzo Maitani, morto ad Orvieto nel 1330. Il gran portale mediano ad arco tondo, la galleria orizzontale, il rosone entro un quadrato, da una parte; dall'altra i portali laterali ad arco acuto, i frontoni sovrapposti, e specialmente le quattro torri pilastrate, di vera e propria foggia gotica, mostrano la mischianza degli stili: il fondo romanico o lombardo con l'influsso gotico, che allora si andava insinuando in Italia; la linea orizzontale propria degli ediflzi italiani, e che abbiamo veduto dominar sovrana nelle facciate delle chiese abruzzesi; e la linea verticale che in queste, si manifesta solo nelle alte cuspidi. Il felice restauratore del Duomo orvietano, l'architetto Zampi, a proposito di esso, nota: l « che le foglie dei ram-« panti lungo i frontoni conservano nel primo progetto il « profilo a goccia d'acqua, come stile tedesco e lo stesso
   1 Fuair, II Duomo d'Orvieto e i suoi restauri, Roma, 1891, in-4.

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