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Il Duomo di Teramo.
Storia e descrizione
Francesco Savini
Forzani e C. Roma, 1900, pagine 176 (più 29 tavole)

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   F) PARTE ARTISTICA COMPARATIVA
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   « fogliame è tutto ravvoltato e secco. All'opposto il Maitani « già sente il risveglio dell'arte, profila le foglie in ma-« mera più libera e ardita, preferisce la foglia di prospetto « tutta aperta e quella di profilo e di fianco: gli acroterii, « i fiori di finimento, il fogliame delle cornici risentono t tutti d'un'arte nuova, di cui ben a ragione può chiamarsi «• il Maitani, se non il primo, uno certamente de' più strenui « propugnatori ». Il che, fatte le debite proporzioni, si applica benissimo alla facciata del Duomo teramano e specialmente alla bella porta di Diodato Cosmati, il quale, senza dubbio, nella fattura della medesima e specie nelle lesene sì elegantemente intagliate a foglie aperte e libere, volle adottare il contemporaneo e vicino esempio stupendo del duomo di Orvieto, ove pure altri Cosmati aveaiio lasciato saggi dell'opera loro.
   77. Da tutto il suddetto ci pare di poter trarre la seguente deduzione artistica pel nostro Duomo. Esso mostra una triplice forma: basili cale-lombarda nella sua ossatura generale, tanto nella nave inferiore del secolo XTI (ora sussistente solo nel tetto interno e in alcune parti della facciata), quanto nella nave superiore del secolo xiv, che è la sola rimasta oggi visibile all'esterno: romana o neo-latina nella facciata quadrata divisa orizzontalmente dalla cornice mediana e nella porta maggiore, la quale, sebbene di fondo lombardo, si accentua nel senso romano con l'elemento cosmatesco; e in terzo luogo, finalmente, mostra la nostra chiesa la forma gotico-settentrionale nell'alto ed acuto frontone, die. nel secolo xv venne a coronare il bel tondo del gran portale, non che nell'ottagono e nella cuspide, che pure in quel secolo cimò l'elegante e maestoso campanile.
   78. E così, essendo arrivati al termine del nostro lavoro, ci sia lecito qui, a mo' di conclusione e dando uno sguardo al complesso artistico della nostra chiesa, considerarne la mirabile armonia negli stili. In essa, giusta l'indole italiana, sì veggono bellamente sposate le linee curve ed orizzontali con quelle ogivali e verticali, l'arco tondo con l'angolo acuto; cosicché ben si accordano insieme la
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