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iSilio llilin . lib. Villi.
E I uuimii' dei Vestiui coi Sanniti preoccupò il popolo ed il senato romano, tantoché dichiaratasi l'importanza della guerra, perchè mossa da popoli federati e potenti, e divise le provincie ai consoli, la Vestina toccò al console D. Giunio Bruto che ilupu varie zuffe con diverso evento, devastate le campagne, diroccale le. case e bruciati i seminati, costrinse i nemici a vi nire in aperto campo, dove si decise la sorle di essi. I Vestiui presero asilo nelle munite fortezze, cioè a Colina e Cingili», m.i anche là furono attaccali e le città furono prese d'assalto, senza che dai Sanniti avessero avuto soccorso. Da quel tempii imita più di essi si sa fino al 301 a\. C. io cui strinsero coi Domani un trattato, il quale pare fosse un'alleanza con condizioni favorevoli. D'allora in [ioi i Vi stilli divennero alleati fedeli della Repubblica.
Nella numerazione delle forze degli alleati italici, nel 22li av. C, Polibio fa menzione dei Vestiui e il loro contingente raggiagli» a 20,000 fanti e 4.000 cavalli.
A questa alleanza si mantennero fedeli, offrendo anche sue -tursi insieme ai popoli confinanti nelle guerre contro Annibale, fino alla famosa guerra sociale, quando insorsero per difendere
diritti nativi. Non v'ha dubbio che fin dapprincipio i Vestiui abbiano per la guerra sociale ingrossale le schiere dei Marsi, ma il lor nome non è ricordato se non verso il termine della guerra, quando si narra che furoii sconfitti e sottomessi un po' prima degli nitri confederati. Certamente allora ottennero con • li altri la cittadinanza romana ed assegnali i nuovi cittadini :dle diverse tribù di Boma. ai \ estini toccò la Quirina, come appare da \urie iscrizioni trovale in Penne.
Il territorio Vestimi fu compreso nella quarta regione di Augusto. ma nell'ultima divisione fu separato in due, il distretto marittimo unito al Piceno e l'interno (o valle dell'Atenioi incluso iu un coi Sabini ed i Pcligni nella provincia Valeria.
Giovenale dice clic i Vestiui continuarono a conservare la loro primitiva semplicità e i loro costumi anclie sotto l'Impero domano. Silio Italico, come abbiamo riportato, parla di essi come di una razza gagliarda, guerresca, usa alla caccia nei loro inolili aspri, che certo erano il covo di animali feroci. Le porzioni pio interne del loro territorio abbondavano di pascoli eccellenti e al dir di Plinio e di Marziale il cacio dei Vestiui era molto stimalo a Itonia.
Sebbene i Vestiui più che i popoli confinanti abitassero in