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Avevano puri1 Pitini/m (Torre di l'itimi a circa 3 km. a N. ili Aquila) nel ramo della via Salaria da Inlcrocrca ad Alba e Prìfuinum. i cui avanzi si vedono in un piano rilevato a miglia da Aquila, fra Praia e Casteluuovo, nel luogo ora •letto Ansidooia. Presso Pelluino era il Virus t'affo nella località or denominata Furfona.
I Vestilii avevano anche Aveia nelle vicinanze di Fossa e Fruste ma a due miglia da Aveia, non si sa se villaggio o semplice oppido, che si ravvisò nella terra di Ocre. Si accenna anche all'esistenza di un Vicus Ofidius, ove ora è Mezzano, sorlo però ai tempi dell'impero, di un Virus Prii/nius (Bagno . di un l'icus Siuitius fra S. Demetrio e. S. Meandro.
Un'altra città importante dei Vestini era Prifernam nelle vicinanze dell'odierno Assergi, alle falde occidentali del Gran Sasso, nel luogo oggi detto Forno.
Un borgo dei Vestini. sorto, a quanto sembra, intorno al (empio della Dea Feronia ad E. del luogo ove fu poi edificalo Monlicehio a 3 miglia da Aquila, ed ora dello Civita di Bagno, era Furcoiiium del quale però gli antichi geografi non fanno cenno. Se ne vedevano in passalo le rovine presso Bagno; sembra clic divenisse città importante sol nella prima parte del medio evo.
Sabini. — Non è facile, determinare la precisa corografia di questo popolo che si estendeva in parte nel territorio laziale, in parte nell'attuale provincia di Perugia ed in parte nella nostra regione.
« I.a Sabina « dice Strabene » posta in mezzo ai Latini ed agli Umbri si estende verso i monti Sannitici, ma più si acco-« sta a quella parte degli Appennini che sono presso i Vestini. « i Pcligni ed i Marsi ed altrove. Abitano i Sabini un angusto « paese il quale stendesi in lungo per mille stadi (l*2o migliai « dal Tevere e dalla piccola città di Nomenlo, (ino ai Vestini «. Dionisio di Alicarnasso invece, addneendo l'autorità di Catone, scrittore più antico, attribuì alla regione Sabina una lunghezza minore e dice clic occuparono campagne distanti circa iso stadi dall'Adriatico, e -2i0 dal Tirreno. Le due testimonianze furono accordale fra loro col riteucre che la grandezza indicata da Dionisio, si riferisca alla lunghezza, e quella di Sballone alla larghezza, onde il paese Sabino fu assoniigliato alla l'orina di un ferro da lancia, stendentesi verso il mare, fra il Tevere ed il Teveronc. Questi ad ogni modo sono i confini men disputabili di questa regione compresa Ira gli Appennini dall'un lato e dall'altro per circa 100 miglia, circondata dall'Umbria, dal Piceno, dai Vestini e dai Marsi, mentre il Tevere e l'Anienc ne erano i limiti naturali dalla parte deH'F.trurin e del Lazio.