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nella fatica, intenti con amori' alla coltura di'.! loro campi, sapevano, comic gli Etruschi, con la slessa mano guidare l'aratro e brandire la spada. All'antichità dell'origine accoppiarono il retaggio della virtù e le. più belle istituzioni. Niun altro popolo li agguagliò in giustizia, in probità, in amore per la patria, in frugalità, in pudore. Le donne Sabine erano presso gli antichi modello dell'onestà e della prudenza.
Prodi e bellicosi, . le guerre che lungamente combatterono tonIrò i Romani, ben dimostrano la loro valentia. Col nascere infatti che lece Roma, incominciò a turbarsi la lunga pace dei Sabini. Ma in Roma, ben presto essi portarono la loro abitudini patriarcali e bellicose, ed ebbero un carattere religioso predominante, il cui tipo fu simboleggiato in Ninna. Con 1' alleanza ili due città, una latina sul Palatino, una sabina sul Quirinale e sul Capitolino, la leggenda e la critica storica ci dimostrano apertamente, la parte ch'ebbero i Sabini, scesi dai monti, illu politica fondazione di Roma. Le vicende della prima età. eumo il ratto delle Sabine, nel quale v' è chi vede i connubi resi comuni con la forza fra i due popoli, e. la guerra che ne provenne, la regia potestà divisa Ira Romolo e Tito Tazio, i religiosi e politici ordinamenti di .Numa, riguardano certo la storia dei soli Sabini già stabiliti nel Lazio l'orse soltanto ili i,uei di Curi, dei Quiriti insomma: quelli che dimoravano fra i monti della nostra regione furono estranei alla primitiva storia ili Roma. Ma invigoritosi il nuovo stato e diventalo cosi importante da incuter timore ai vicini, cominciatilo a vedere i nostri Sabini in guerra coi Romani e precisamente al tempo di Tulio Ostilio. Debellati due volle da questo, toccò loro la stessa sorte quando rompendo i patii conchiusi con Tulio presero nuovamente le armi e furou vinti da Anco Marzio. Ottennero ancora l'amicizia ili Roma, che era in guerra coi latini, ma ben poco vi durarono: prima che Tarquinio Prisco divenisse l'arbitro delle città del Lazio essi si unirono con gli Etruschi per combattere i Romani. Toccata presso Fidene una grande disfatta lo conchiusa una tregua di sei anni. Battuti poi da Tarquinio il Superbo ad Lieto e a Fidene divennero sudditi e tributari dei llomani.
Scacciali i Re, quando i Sabini videro Roma indebolita dalle guerre cogli Etruschi, tornarono alle offese: e guerre frequenti si succedettero le quali desolarono a poco a poco le citlii sabine. Nel 404 secondo Velleio ebbero la cittadinanza romana ma senza suffragio: ventidue anni dipoi, nell'anno stesso in cui fu spedita, una colonia a Benevento, ebbero I' intiero diritto di cittadinanza. Si potrebbe però col Niebuhr dubitare di questo fatto, dacché solo treni'anni più tardi furon creale le tribù Velina e rhif), nelle quali furon iserilli i Sabini del paese del Velili