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Guida dell'Abruzzo

Enrico Abbate
Club Alpino Italiano Sezione di Roma, 1903, pagine 287

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   STDKIA itili
   tiri liuinc Aia fra Tivoli r l'crni, da altri nella pianura delta presenzaiio, e da altri ancora, forse piò esattamente, a Crespìnta o Crispiola a breve distanza da Aquila.
   Presso Amiterno avevano il villaggio di TtsLrina o Cestri liti ove Catone pose la sede primitiva di questo popolo, e che si è riconosciuto nel territorio di Vigliano castello diruto nel luogo dello le Cisterne a IO miglia da Interocrea e 3 da Fornii. Antichissimo borgo poi era Inle.rncrm l'attuale Autrodoco. l'n luogo di mercato dei Sabini era Forane Decii situato ove ora è S. Croce, a quasi 4 km. da Bacugno.
   Un altro vico Sabino importante per la nascita di Vespasiano era Falacrine (Civilarcale) A due miglia a N.F. di Accumuli avevano un villaggio col nome di Cose e. ancor piò presso ad Arcuinoli l'altro villaggio detto Radio¦
   Importante città poi era 'fiora clic con l'aggiunta di Matiena era celebre per un antico oracolo di Marte: sorgeva ove ora e l'ora. Nell'odierna valle di S. Anatolia avevano l'antichissima ritta di Lisia, rapitale un tempo degli Aborigeni, occupata poi dai Sabini, che alcuni vogliono invece a Lisciano, e Coti Hit,, la cui fondazione risale ai tempi piò remoti d'Italia poco lungi dall'odierna Cittaducalc, non lontano da Paterno nella località tuttora detta Colile.
   Oltre alle descritte città e villaggi altri luoghi abitati a noi sconosciuti furono certo nella parte della regione compresa negli Abruzzi. Borghetto presso Antrodoco dovè essere certo un luogo abitato dai Sabini, come dimostrano le antiche epigrafe ivi rinvenute. Sopralutto in Amatrice sono tuttora superstiti a-vanzi di mura, di parte di una rocca e di una via coperta che conduceva verso il torrente. Castellano. Fu ritenuto che il borgo die vi doveva sorgere fosse la città Sabina Sra/jlia, ina Plinio al cui tempo era già distrutta, la dice situata nel Lazio.
   Termineremo citando i monti conosciuti dai Sabini. Anzitutto il Mmis Fiscellus da Plinio riposto nella sorgiva del liuiuc Nar (A'era) che e pur oggi detto Fiscello fra i territori di Leonessa, di Labbro, di Morrò, e di Piediluco, dove si univa alla giogaia dei monti Tetrici, i moiitrs Gnrt/urrx a Poggio Bustone fra Beate e Leonessa, ove trasmigravano i bestiami dai pascoli ili Puglia: il mons Si'veritn descritto da Virgilio:
   tjlti 'i hì/imiv II!•'.* ru/'i. HHiH'.'iuyi' * l'ini
   ed indicato nei munii di Cautalice. oggi Cima di Monte, monte (lorno e Tilia che si uniscono col Fiscello. divisi soltanto da una valle: ed inline il mons Telrirus, il monte selvaggio, che sembra sia l'odierno Terminillo.
   Pel Igni. Li regione Peligna era racchiudi ili naturali orni