STORIA. ^i!!
Storili d'Abruzzo lino alla caduta dell'impero romano. — Riassumendo la storia di questi antichi popoli veliamo chi' le principali vicende note a noi, tutte si compendiano nelle lunghe lotte che sostennero contro Roma, dapprima cui esito sovente favorevole. Questi diversi popoli formavano tanti Stali più o meno piccoli col loro esercito che tosto si innovellava dopo le battaglie. Causa del loro incremento e della loro forza, era la natura dei loro ordini politici, l'educazione, U vita dura e campestre dei cittadini, la estrema fertilità delle -rie e le guerre ostinate e micidiali di più secoli consecutivi. E la esorbitanza della popolazione in ogni eentro era tale che numerose colonie o coi patti, o con le anni, gettavano le basi di nuove civili società. Ma la futura signora del mondo eomiii-•uva ad estendere la stia dominazione dai conlini dell' Etruria, lino alla estrema punta della penisola. I nostri popoli in lega ¦ni forti Sanniti lungamente resistettero alla conquista e grande fatica Roma durò a debellare e sottomettere tribù tanto lierc. Ma dopo una lolla secolare (343-283 av. C.), queste forte genti, che. trincerate nei loro monti e combattendo per le loro famiglie e per i loro cari, avevano fugato più d'un esercito romano, dovettero piegare il collo al giogo romano. Assoggettati a Roma, il valore degli Abruzzesi contribuì mollo alla conquista; essi •rmarono il nucleo di quelle legioni che portarono le armi trionfanti ili tutta Italia e fuori. All'epoca della guerra gallica, mando la legge proposta da Caio Flaminio, tribuno del popolo,
divulgala nell'anno di Roma ;i22 sulla ripartizione delle t'er-ili terre tolte ai Scnoni. diede motivo ai dalli Italici di sollevarsi in massa per tema che iu avvenire non si prendesse • guai provvedimento in danno loro, ed attirarono a sé i Roi, ;;li Insubri ed i Gessati, Roma per difendersi dalle fatali conseguenze di una guerra gallica-cisalpina. pose in anni 770 mila uomini, ili cui 24,000 furono tratti dalla nostra regione. Ognuno conosce le fasi di questa guerra, svoltasi fuori dell'Abruzzo e terminata dopo tre anni di ostinati e sanguinosi combattimenti.
Seguì la seconda guerra punica e questa volta l'Abruzzo fu invaso. Annibale, distrutto al Trasimeno l'esercito romano ed ucciso il console Flaminio, marciò ostilmente per le regioni degli l'udiri, dei l'retuzi, degli Adriani, dei Vestini, dei Marrueini e .lei Frentani. per fermarsi in Puglia. Abbiamo già accennata la parte presa in questa occasione da ognuno dei vari popoli che »i mantennero per lo più fedeli a Roma. Ma alla superba vin-itrice non riuscì facile impresa di trasformare politicamente le genti abruzzesi e renderle docili e sempre pronte ad offrire il proprio sangue e le proprie fatiche senza mai ricompensa. Roma non aveva abbastanza rieonoscenz per queste genti, delle quali,