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Guida dell'Abruzzo

Enrico Abbate
Club Alpino Italiano Sezione di Roma, 1903, pagine 287

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   CAPITOLO Vili
   blioani, dei Prelori, dei Proconsoli e. dei (questori, -i posero in opera proscrizioni, violenze di ogni genere. So!o Augusto, ottc-itul i la suprema potestà imperiale, diede, s.. non il benessere, un po' di pace alle nostre regioni, deducendo nuove colonie negli agri desolati. Al suo tempo gli abitanti erano ripartiti in i'i(t< alleate, in municipi, in colonie ed in prefetture. I.a condizione più onorala era quella delle prime, di cui iloma riconosceva l'indipendenza politica con obbligo di fornire armati ¦. e stipendi nelle guerre clic si combattevano incessantemente oltremonti e oltremare. I na era la forma del loro governo: varie le denominazioni dei capi, detti, o Consoli o Dittatori o Pretori o Regi, libero il vivere colle proprie leggi od il votar eoi propri comizi o concili. Pregevole era anche lo stato dei municipi ed in ispecic quando godevano il privilegio dei suf-Iragi. (ìli abitanti avevano il diritto di creare magistrati e di ritenere le proprie leggi; erano considerati Come cittadini di Roma ed ammessi agli onori militari, nel che precisamente differivano da quelli delle città alleale. In genere poro non avevano ingerenza nell'amministrazione generale dello Stato e pagavano a Roma un decimo in derrate sul prodotto reale delle I .ro terre, oltre le straordinarie contribuzioni dì guerra in uomini in denaro, come gli abitanti delle colonie.
   yueste non furono, come le etnische, indipendenti dalla metropoli, ma eran quasi altrettanti r uni della stessa Roma. Variavano nel rango, ma tutte godevano ili quella indipendenza che Roma tollerava nei suoi alleati, nonché dei vantaggi di un'ammiiiistrazione locale intieramente modellala sui sistemi della madre patria. Vivevano però sotto le leggi ili Roma: potevan recarsi a votare nei comizi della metropoli, eleggevano i propri magistrati che erano senatori, decurioni, consoli, edili, questori, censori, sacerdoti, auguri e pontefici, e pagavano un censo annuo allo Stato sulle terre clic i primitivi abitanti avevau dovuto cedere. La peggior condizione era quella delle città che per slealtà o mancanza di fede a Roma eran ridotte a prefettura, prive dei consigli civili indipendenti, ossia delle amministrazioni municipali, e sottoposte al governo dei proietti nominali o dal popolo n dal pretore di Roma, i quali esercitavano anche una parte del potere legislativo e giudiziario: talune conservavano i nomi dei loro antichi magistrali ed un; immagine di governo municipale e ili cittadinanza romana; altre mancavano ili queste l'orine.
   Mentre la costituzione etnisca salvò il vincolo della confederazione, rappresentò la piena indipendenza di ogni città, la costituzione romana limitò questa indipendenza, inquaiitoehé b città alleato, i municipi, le colonie perdettero il diritto di amministrare la guerra e far trattati, e gli abitanti t'urou r> si tri-
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