Stai consultando: 'Guida dell'Abruzzo ', Enrico Abbate

   

Pagina (70/294)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (70/294)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Guida dell'Abruzzo

Enrico Abbate
Club Alpino Italiano Sezione di Roma, 1903, pagine 287

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   STllUlA
   Duca di Spoleto, guidarono i popoli a loro soggetti a impreso guerresche dentro e fuori i loro territori. F so i Marsi conservarono anche dopo i tempi romani l'antica rinomanza ed il ninno antico, perdurando sempre la loro regione non solo (piale diocesi ecclesiastica, ma anche come organismo l'elidalo, tanlo che perfino nel secolo XV. allorché, i Colonnesi e gli Orsini di llnn,a si disputarono la signoria di una parte dell'Abruzzo -,'inti-liilnrono Durrs Marsoruni lo si deve a questa grande famiglia. I. ad essi pure si devo se le incursioni saracene non varcarono i mulini d'Abruzzo. Certo i contini Marsicani avrebbero costituito un vasto stato indipendente nel eenlro d' llnlin. se al declinare del duenlo di Spoleto, quando più opportuna sarebbe •lata l'attuazione di quel disegno, le intestino discordie sorte tra di loro non avessero reso agevole ai Normanni, già sbarcali in Italia, fiaccarne la potenza, debellandoli uno ad uno, mal-g'ailo le protesto pontificie per l'integrità del ducato di Spoleto, .«•pngliati cosi della maggior parte dei loro territori e costretti ¦I alienarne e a subinfeudarne altri per sopperire alle gravoso imposizioni dei nuovi padroni, si videro costretti a riconoscere cui pure come gli altri feudatari minori il giogo dei padroni .'¦Ile province meridionali cui l'Abruzzo fini col restar por semine unilo. I Conti dei Marsi, alcuni dei quali usavano ancora ilei loro titolo, non sopravvissero alla loro mina. Pochi anni dopo
   ¦ spengeva nella Marsiea il ramo principale, dopo tre secoli di dominio. e sullo reliquie di quesli si eressero i Conli di Celano e ijnolli d'Alba appartenenti forse allo stesso sangue, ma essi pure Imi presto tramontati. L gli altri pochi, cui nella storia rimase il nome dell'assottigliato dominio, giusta il costume introdotto ilni Normanni, ne furono presto privati ; che desiosi i popoli degli antichi comitali Aniitornino e Forconese ili scuotere il fingo, si s rilevarono e parte dei loro dominatori trucidarono, parte costrinsero ad abitare in Aquila che allora sorgeva come baluardo e pegno della rironquislnta libertà. La imperiale autorità legalizzava il patto compiuto e quei pochi discendenti ilei (! aiti Marsi. sebbene avessero cominciato ad avere protezioni e lavori alla Corte Sveva, doverono sottostare alla imposizione popularc. Cosi gli Ocre videro nel 127!) smantellalo il loro avito fastello, come lo avevan già visto i Barili, o vari documenti.
   ¦ 'ino il testamento di Regalo degli Ilesini, rogalo in Aquila il •2K Febbraio 1:100 in casa di Paolo di Collimento e dei tigli di suo fra Lello Pietro dello de Riveria. defunto marito di lei, attesi,'ino ohe molli della famiglia di Collimento, come gli Ocre e i barili, si erano trasportali in Aquila. Degli nitri rami alcuni, pinne i Snngro e i Dorella, si ricoverarono alla Corte di Sicilia uve ebbero cariche, ni tri rome i Mareri si ritirarono in Ridi p in Roma, ove si csiinsero.
   Aun.vTE: CuiJa dell'Abruzzi!.
   Hi