CAPITOLO Vili T STORIA -V
l>i un'altra polenti' famiglia feudale olir possedè molte terre e e llii iu Abruzzo dobbiamo parlare, degli Aequaviva. Questi aiiparvero per la prima volta nella storia abruzzese net Itilo
¦ piando Furici) VI confermò a Rinaldo d'.Vcquaviva e a Foresta
¦ li lui moglie alcuni fonili avuti da I.coue d'Atri, padre di Foresta. fra i quali \an ricordati Scorrano, Carminiati, Forcella, Cnutalii,io, Ca-tclveceliio, Aequaviva, S. Maria di Atri. Rainaldo In lo stipite degli Aequaviva clic in appresso si divisero in più rami e si «spartirono molte terre e castelli. Ha lui presero origine fra gli altri Andrea e Riccardo, favorito il 1° di Federico Il o viceré di terra d'Otranto e l'altro governatore di Viterbo, t ra i molti rami in cui si divise la famiglia due lasciarono ricordi incancellabili nella storia della regione, i Conti di S. Valentino. dipendenti da lìainaldn, e i duelli d'Atri e Conti di S. Flaviano dipendenti da Matteo e Imperatrice di Arco, signori di Campii. Questi due rami, clic divennero potenti ¦• furono uncini fra loro nemici, fecero correre rivi di sangue < iltadino.
Molto altre famiglie feudali potremmo ricordare che ebbero e .ntee e ducali, ma più ehe la storia generate esse riguardano soltanto quella particolari' del loro più o menu ristretto dominio non prendendo parte agli avvenimenti della regione clic per parteggiare or per gli uni, or per gli altri dominatori o pretendenti del regno di Napoli, e quindi ci riferiamo per questa parte alla descrizione dei singoli paesi e città. Per lo stesso motivo non ci occuperemo a lungo di questo torbido period i del medio evo in cui era infranta ugni unità politica, in cui la giurisdizione cui la proprietà, il diritto pubblico col privato *i confondevano, in cui ogni città, ogni feudo aveva vita e storia propria, in cui le contese privale degeneravano in pubbliche lotte, in cui non vi fu più storia generale di una regione né
¦ li varie gelili, ina di privali e di comuni nella quale però grandeggiava soltanto o apertamente o certamente la grande ed ¦¦pica lotta che il popolo sosteneva per la libertà.
Per quanto tempo si mantenne vigoroso l'impero romano germanico, gli imperatori gelosamente custodirono i diritti d'alta sovranità anche net!' Abruzzo, clic continuò a far parte nella massima estensione del ducato di Spoleto. Ma nel secolo NI, e precisamente nel 114-0. i Normanni, essendo re Ruggero II, riusciti ad impossessarsi di vari distretti abruzzesi li riunirono al loro ducato di Puglia ; essi dichiararono Teramo capitale ed appropriarono, cambiando le denominazioni anteriori, il nome di .1 pralium all'estensione della regione, che circoscrissero fra il Tronto ed il Vomano.
Roberto Guiscardo rese vassalli suoi Trasimondo conte di Chicli ed i conti di Teramo, Amiterno e Valva. Creato poi da