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Guida dell'Abruzzo

Enrico Abbate
Club Alpino Italiano Sezione di Roma, 1903, pagine 287

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   374 CAPITOLO XII
   il solo scende, dietro ai nielliti, questi par si fondano in un mandi fuoco e le ombre che scendono mantengono una meravigliosa trasparenza.
   La superfice della provincia è nella massima parte montuosa; misura kq :27tiS di cui 1779 nel circondario di Teramo e 086 in quello di Penne, con una popolazione la quale, mentre clic nel 1788 era di 1S1360 abitanti, è quindi salita sempre gradatamente lino a '2H4800 nel 1881 e a 312186 nel 1001, talchi in meno di IU3 anni si è. avuto il raddoppiamento.
   Il clima dell'Abruzzo Teramano è salubre, ma variabile come in genere nei luoghi montuosi. Freddo nella montagna, ove l'inverno è lungo e nevoso, e più mite nelle valli ed in riva al mare. La temperatura diurna presenta in media una variazione di 0 gradi; la temperatura media annuale è di l!l° 0 quella di (iennaio !i. 7 e quella di Luglio H.'.k Abbondanti le piogge, predominanti nell'inverno i venti di () e SO, e nelle, altre stagioni quelli di E e NE.
   Condizioni tuli' altro che sfavorevoli troverebbe in questa pro-vincia l'agricoltura, l'industria, il commercio, quando, dopo le principali arterie già eostruite, si curassero le piccole ossia le strade secondarie. Eminentemente agricola è. la provincia II suolo è generalmente argilloso: sterile per lo più nelle colline dove le pioggie insistenti fanno sì clic i concimi non possano durare; fertile nelle valli ed alla marina dove è un ottimo terriccio.
   In codesti terreni prosperano benissimo e sono assai diffusi gli alberi da frutta, le leguminose; in minor grado i vigneti e gli olivi : frequenti ed ubertosi i pascoli, tanto che la pastorizia vi 6 in liorc con abbondante produzione di lane e formaggi; ma in complesso l'agricoltura progredisce assai lentamente e mal si pratica l'economia rurale, perchè, mentre si lasciano inrolli piani fertili che possono dar raccolte ubertose, si seminano monti alpestri che sogliono fruttar poco e che, denudati di alberi, sono soggetti per lo più alla violenza delle piogge che li spogliano di terre vegetali, li rendono nudi sassi, li assoggettano a frane, li solcano in burroni e poi, scese nelle valli, ingrossano i fiumi, elevano alvei, formano torrenti, allagano campagne.
   L'arte agraria fc per lo più abbandonata ad una grossolana consuetudine; le semine e le piantagioni non sono sempre appropriate tutte alla qualità ed esposizione delle terre.
   L'abbondanza delle acque rende comuni ed eccellenti gli ortaggi ; la piantagione dei frutti si moltiplica d'anno in anno. Dei fichi disseccati di S. Omero e di Cellino si fa spedizione a Trieste e a Fiume in Dalmazia. Le migliori castagne si raccolgono nel lenimento di Valle Castellana : gli agrumi allignano pure sul pendio delle colline lungo la spiaggia del mare e spe-