CAPITOLO III.
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giore floridezza. Ecco le parole testuali di Strabone: «ó Ma-Tprvo; TOTajiò; piwv ino t'ASpìavwv tióXew;, I/^wv ènlveiov xrjs 'Acptac à-dóvjaov iaytou ». Traduco testualmente: « Il fiume Materno che scorre dalla città degli Atriani ed ha il nome aggiunto di emporio navale della stessa Hatria ».
X. Vie. — La Salaria è l'antica via costruita dai Sabini-Piceni per giungere all' Adriatico e rifornirsi di sale nelle saline, al di qua dell' Aterno, nell' agro atriano. Si spiega quindi come la sua più antica mèta (che del resto non perdette mai) sia stata Hatria, ricongiunta con Ascoli. Essa allora partiva dai monti della Sabina - era ancor lontano il congiungimento con Roma - e per Amiterno, lungo la valle del Vomano, faceva capo ad Hatria, donde discendeva alle Saline, alla presente foce del Salino, nei cui pressi dovette essere Angidum. Per l'andamento della conquista picena, secondo l'abbiamo sopra narrata, è d'uopo ammettere che il braccio per Ascoli sia anteriore a quello per Atri. Ciò anche per ragioni geografiche, essendo Ascoli, in linea retta, congiunta colla Sabina. Il tronco per Ascoli passava ad Iutorocreum (Antrodoco) e, costeggiando il Tronto, giungeva ad Ascoli e scendeva a Castro Truentino, nell' agro palmense. Il congiungimento tra Hatria ed Asculum dovè farsi fin da quei primissimi tempi pel paese dei Pretuzii.
Non v' ha dubbio che fin d'allora dovettero pur esservi comunicazioni vicinali (da f icus) tra Hatria ed i più importanti vici del suo agro. Tracciarle non è possibile; ma quando avrò indicato nel seguente paragrafo quali e dove furono questi vici, non sarà difficile argomentare per quali linee potevano essi congiungersi colla capitale del piccolo Stato.
XI. Pagi e vici. — Dentro la cerchia dei confini che conosciamo, dall'Aterno al Vomano, dall'Appennino al mare, dovettero appartenere alla repubblica atriana i seguenti pagi e vici fin dal tempo piceno.
sorkecchio. 4