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HATRIA = ATRI

Dr. Luigi Sorricchio
Tipografia del Senato Roma , 1911, pagine 324

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   I
   CAPITOLO II.
   55
   CAPITOLO II. Di alcuni fatti prima dell' unione con Roma.
   (V-III see. a. C.).
   I. Impresa di Cuma (230 d. R. = 524 a. C.). — Lo Speranza, 1 nel presupposto che nel secolo v a. C. i nostri luoghi fossero ancora tenuti dagli Umbri, immaginò che questi movessero dal porto d'Atri, traghettassero le milizie al Gargano « donde probabilmente presero le mosse per risalire il Ti-« ferno e poter poi, valicati gli Appennini, scendere dalle « sorgenti del Volturno e rattestarsi nell'amica e confederata « Campania ». Ciò allo scopo di venire in aiuto degli Etruschi della confederazione campana, i quali, collegati coi Cartaginesi, avevano iniziato una forte campagna contro le numerose e fiorenti colonie greche, che opprimevano principalmente le loro città campane. L'impresa fu quindi diretta primamente contro la ricca, potente, antichissima Cuma, da cui è fama venisse in Italia l'alfabeto, e la quale col suo porto di Puteoli (Pozzuoli) s'internava come un cuneo negli etruschi confini del Volturno e del Silaro. La riuscita di essa equivaleva all'espulsione dell'elemento greco dall'Italia. E poiché questo era infesto, tanto agli Etruschi, quanto agli Umbri, dei quali impediva la marcia oltre il Gargano, si comprende l'alleanza di questi due grandi popoli, precursori italici, per tanti secoli fra loro pugnanti. La guerra etrusco-umbro-fenicia contro i Greci ebbe però esito felice per questi ultimi, di cui rassodò il dominio in Italia contro gli Umbro-Toschi decaduti.
   La congettura dello Speranza, che potrebbe essere verosimile nel!* ipotesi della permanenza umbra fra noi, appare
   1 11 Piceno, lib. I, cap. IX.