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HATRIA = ATRI

Dr. Luigi Sorricchio
Tipografia del Senato Roma , 1911, pagine 324

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   CAPITOLO III.
   tìó
   gonandole a quelle di Tucidide. L'esiglio di Filisto durò tutta la vita di Dionisio I, e quindi non meno all'incirca di un trentennio.
   Dionisio II. — Questi, successore del padre nel principato siracusano e d'animo e di mente ben diverso, richiamò in patria Filisto per opporlo al precettore Platone ed al cognato Dione che lo tenevano in soggezione e tutela. Rispetto all'Adriatico ed alla nostra città, egli, pure con minore energia, segui la politica paterna. Portò due nuove colonie nella Puglia per difendere il mare ed il commercio dai pirati che l'infestavano; s'accostò egli stesso in quelle acque con molta forza di navi, poi si fermò in Caulonia, lasciando il comando della fiotta a Filisto che bordeggiava per l'Adriatico. Ma di li a poco, complicandosi i suoi affari con Dione, lo richiamò, mandandolo avanti alla volta di Siracusa, per dove mosse egli stesso (360=394). Nella lotta tra Dionisio II e Dione, Filisto soccombette ; ed il suo cadavere fu straziato per le vie di Siracusa in omaggio del nuovo signore, che fu Dione (402 di R. 352 a. C.).
   Che cosa sia in seguito avvenuto di questa nostra colonia siracusana dopo la morte dei Dionisi, il rilassamento dei vincoli federali, la decadenza dei Siracusani, non possiamo dire sicuramente. Nella storia certo non si parla di un esodo e rimpatrio dei Greci dell'Adriatico. E ben facile quindi supporre che, mutati i tempi e gli uomini, i Piceni indigeni, al pari degli altri popoli della costa, abbiano ripreso il sopravvento e ritolte le terre agli occupanti, i quali, sciolta la colonia, si saranno in parte sottomessi, in parte avranno di nuovo emigrato.
   In Atri, nessun monumento saprei trovare lasciato dai Siracusani - non potendo ascrivere loro la monetazione, come alcuni vorrebbero - all' infuori, forse, del perfezionamento delle grotte a vie d'uscita ed a nascondigli della città fortificata, troppo sembrandomi esse somiglianti a consimili costruzioni fatte da Dionisio I in Siracusa