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HATRIA = ATRI

Dr. Luigi Sorricchio
Tipografia del Senato Roma , 1911, pagine 324

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   C A P I T O LO III.
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   l'invasione del loro paese, od anche farla da sola, mentre essi sarebbero nella Marsica a combattere i Romani? Certo, però, Atri dovette penare assai a persuadere quei forti. Poco sforzo, invece, anzi forse nessuno, ebbe a fare per mantenere in pace i Piceni.
   Accadde che Marsi e Peligni, Marruccini e Frentani levatisi in armi furono vinti e chiesero pace. La ebbero, ma a condizioni non buone. Diodoro dice che i Peligni furono espropriati di parte dei campi. Livio, che nel suo linguaggio magniloquente e togato, adopera le formule ufficiali, usa per essi quella dei vinti, che importa una concessione minore in tutta la graduazione del foedm (alleanza) escogitato dalla politica romana. « His populis, egli dice, foedus petentibus « datu-m » (D. I, lib. IX, c. 45).
   Diversa e migliore fu l'alleanza conclusa coi Vestini e coi Piceni, nel che non so non vedere una diretta influenza della repubblica atriana. Gli uni e gli altri, oltre che col-l'inazione, avevano provato sicuramente la loro buona volontà dando libero il passo all' esercito consolare di Lucio l'ostinino, il quale per la Valeria scendeva nel Sannio, rimontava il Tiferno e giungeva a Boiano, capitale dei Sanniti, dove questi subivano un'ultima e definitiva rotta, che poneva termine alla campagna durata ventidue anni. Ma a ninnò meglio che ai Sanniti, lasciati soli a combattere per l'indipendenza di tutti, poteva applicarsi il motto fiero: frangar, non flectar. Ancora sanguinanti per le ferite, ricominciano a congiurare contro Roma ed a riaprire il cuore alla speranza, sentendo che l'Etruria di nuovo si commuove ed i Celti Galli si avanzano.
   Ritornando ai Vestini ed ai Piceni, anch'essi - dicemmo -si ebbero dei Romani la pace e l'alleanza, ma i Vestini, per di più, l'amicizia. Di questi ultimi Livio scrive: «Eodem anno «(451 di R.) Romae cum Vestinis petentibus amicitiam ictum