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LIBRO II - LA CONFEDERAZIONE PICENA
i Sabini, e con essi Ascoli ed i Pretuzzii; tra i premiati fu Atri coi Sabelli che l'avevano seguita. Contro i Sabini fu mandato il console Curio Dentato, il quale, al dire di Floro, 1 « devasṭ a ferro e a fuoco tutto il tratto che circonda il Nar «dalle fonti del Velino fino al mare Adriatico» ossia, sbucando per la Salaria, Ascoli ed il suo territorio fino al mare, non risparmiando il Pretuzzio. Aggiunge ancora Floro di avere Dentato ridotto in piena potestà romana tanti uomini e tanti agri da non potere egli stesso dire. Si sa, infatti, da altre fonti che i Sabini furono sottomessi incondizionatamente, che il loro territorio fu distribuito ai cittadini e soldati romani, e che ai loro comuni Cure, Reate, Amiterno, Nursia, ed al Pretuzzio fu imposta la sudditanza romana (ciritas sine suffragio).
In quanto ad Atri, fu assunta a socia ed alleata con tutti gli onori del dritto latino, che importava una perfetta eguaglianza, almeno apparente. Cị fu il premio dell'attaccamento mostrato, ed anche, se vuoisi, della mancata fede alla confederazione picena. Fu in pari tempo il riconoscimento della sua importanza. Nè i suoi meriti verso Roma furono pochi, nè il premio superiore a tale attaccamento ed a tale importanza. Se Atri si fosse trovata d'accordo con Ascoli, tutto il Piceno sarebbe insorto come un sol uomo, la guerra del Sannio avrebbe avuto altro esito ed il destino di Roma sarebbe stato compromesso. Cị Roma mostṛ di avere benissimo compreso stabilendo Atri antemurale contro le città picene ancora irrequiete e contro un possibile movimento marittimo di qualsiasi gènte. « Lo stabilirsi dei Romani al di là dell'Appennino « - dice il Mommsen - incomincị con la fondazione della « possente fortezza di Hatria (Atri) nell'anno 465 = 289, sul « declivio settentrionale degli Abruzzi, verso la pianura pi-« cena, non immediata sulla costa e quindi di diritto latino, « ma prossima al mare e pietra di confine del possente cuneo
1 De Gest. Kom., lib. I, e. lo.