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HATRIA = ATRI

Dr. Luigi Sorricchio
Tipografia del Senato Roma , 1911, pagine 324

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   dal rassodarsi completamente. La pace del 464 d. R. non fu che un armistizio. Sollevaronsi i Lucani, i Brezzii e di nuovo i Sanniti, esausti ma sempre pronti ad accoi'rere sol che un uomo si fosse mosso contro Roma; mostravansi ostili i Ta-rentini ; riprendevano le armi gli Etruschi ed i Senoni nel nord. Ma se la Repubblica non aveva ben fermato il suo dominio, aveva ben appreso l'arte di vincere colla politica più che colle armi. Riuscì a non far riunire le forze del nord con quelle del sud. Prima che queste si movessero, il console P. Cornelio Dolabella piombò pel Piceno sui Senoni, li distrusse, e li cacciò al punto che essi scomparvero dal suolo italico. Allora gli Etruschi, coi superstiti Senoni da loro assoldati ed i Galli-Boi sopravvenuti, marciarono verso Roma coli' intento di raderla al suolo, meglio che non avessero saputo fare tant'anni innanzi i loro predecessori. Ma sulle sponde del Tevere, presso Yadimone, furono completamente battuti ; e fatto ancora l'anno appresso un nuovo, ma vano tentativo a Populonia, i Galli-Boi si ritirarono dall' impresa e conchiusero la pace con Roma (472 = 282).
   La distruzione dei Senoni e la sottomissione del Piceno e dell'Apuli a rendevano padroni i Romani delle coste adriatiche d'Italia tino alla. Messapia o Japigia, ossia fino al paese dei Tarentini. I Romani, intanto, colonizzavano e fortificavano il porto di Sena (Senogallia) con uomini loro, come tutti gli altri luoghi marittimi. Dall' altro lato, sul mare Ionio, i Romani, battuti i Lucani e i Brezzii, s'erano impadroniti di Locri, di Crotone, di Turii e di Reggio. I Tarentini erano quindi fuori di sè per l'irritazione e pel timore. Sentivansi deboli ad affrontare le armi di Roma, ma non deponevano per questo la loro ira, a sfogare la quale intavolarono trattative con Pirro, re dell' Epiro, invitandolo a venire in Italia a combattere i Romani. Taranto, che aveva assistito impassibile alla lunga agonia dei Sanniti, ed avrebbe al certo potuto impedirla, uscì fuori della sua abituale spensieratezza ed apatia quando si senti stretta d' appresso dall'armi romane,