CAPITOLO II. 100
affondarono 30. I Fenici però non si arresero, ma seguitarono a coprire le coste d'Africa e si schierarono di nuovo davanti al golfo di Cartagine per impedire lo sbarco dei Romani. Ma questi evitarono l'incontro e sbucarono più ad oriente, nella baia di Clupea, senza ricevere molestia. Però non seppero profittare della vittoria. Devastato il territorio all' intorno, il console Attilio Regolo si preparava all' ultima fatica della campagna, all'assalto della capitale. I Cartaginesi, affranti, chiesero pace; ma Regolo impose loro tali condizioni umilianti da riaccendere il loro coraggio. Pretese il superbo romano la cessione della Sicilia e della Sardegna, la rinunzia alla propria flotta e la somministrazione di navi ai Romani ; ossia una condizione di sudditanza, quale avevano Napoli e Taranto. Nella primavera del 499, 'tornato Amilcare dalla Sicilia ed assoldati Numidi e Greci, le cose erano talmente cambiate, che furono i Cartaginesi a scendere in campo nelle pianure dove oggi giace Tunisi. GÌ' Italici furono fatti a pezzi : solo duemila se ne salvarono a Clupea : fu fatto prigioniero lo stesso console Regolo, quello della storiella della pace e della botte, che pare leggenda o favo-letta morale. Ad ogni modo è certo che Regolo mori in Car-tagine, e non di morte naturale, se in Roma per rappresaglia furono straziati due nobili prigionieri cartaginesi. La fortuna aveva voltate le spalle agi' Italici. Una nuova flotta di 350 navi fu spedita dall' Italia per salvare il presidio di Clupea, la quale, dopo una splendida vittoria al promontorio Ermeo, riuscì nell' intento, ma al ritorno fu sorpresa da una tempesta ed annientata per tre quarti. Così tini il secondo periodo della prima guerra punica.
Coli' anno 500 d. R. entriamo nel terzo ed ultimo periodo. Il Senato romano aveva ornai abbandonata l'idea di portare la guerra in Africa, ed aveva ripreso il primo programma più limitato, ossia la conquista della Sicilia. Fu di nuovo allestita una flotta di 300 navi, di cui 200 nuove, colla quale si conquistò Palermo, Solo, Tindaro, Cefalù, e si compì feli-
sokkhchio.
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