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LIBRO IV - HATRIA MUNICIPIO E COLONIA ROMANA
antica e gloriosa; il qual tracollo noi riferiremo di volo, poiché, per quanto esso abbia potuto sensibilmente interessare i nostri luoghi al pari di ogni altro d'Italia, nulla sappiamo di particolari avvenimenti al riguardo.
Sotto l'imbelle Onorio (395-423) i popoli nordici varcarono alla fine le Alpi, affacciandosi sul bel paese che agognavano per la sua floridezza e per le sue ricchezze ed ancora pel secolare desìo di vendicare i fieri colpi ricevuti dall'aquile di Roma. Alarico, re dei Goti, fu fermato una prima volta a Pollenzo, ai piedi delle Alpi, da Stilicone (403) ; fu fermato ancora dal medesimo, Radagasio, giunto a capo di un'accozzaglia di Vandali, Svevi e Borgognoni sotto le mura di Florenzia (405). Ma ornai il settentrione transalpino, come una fiumana in piena, straripava le sue genti d'ogni parte. Stilicone spento, Alarico irritato, i Goti di quest'ultimo tornarono alla riscossa. Alarico entrò in Italia, valicando le Alpi Giulie, si lasciò alle spalle Aquileia, senza colpo ferire, incontrastato, passò il Po, giunse a Bologna, indi a Rimini, donde costeggiando e devastando il Piceno, piegò, certamente per la via Salaria, verso Roma, che dopo lunghe e vane trattative col pusillo Onorio, preda d'ogni raggiro, prese d'assalto e saccheggiò (409-10). Le nostre contrade furono così allora tocche la prima volta dalle orde barbariche nordiche : del che abbiamo sicura attestazione nella rimessione di quattro quinti dei tributi, concessa da Onorio nel 413 e nel 418, come da suoi rescritti che leggonsi nel Codice Teodosiano. 1
Ad Onorio, tralasciando le brevi esaltazioni di Attalo e di Giovanni, successe Valentiniano III, che tenne l'impero d'Occidente dal 425 al 455 colla stessa fiacchezza di Onorio. Attila, capo degli Unni, fu a stento arrestato per un istante, come una belva infuriata, dal valore di Ezio e dalle intercessioni di papa Leone presso l'odierna Peschiera ; la morte sopravvenutagli (453) salvò l'Italia. In Africa erano annidati i Vandali di Genserico, che, chiamativi per vendetta contro
1 De indilli). deb. logge, VII, XII. Comm. lacóbi Gothofredi, Lipsiae, n. 1736.