250 LIBRO V - CIVILTÀ E COLTURA ATRI ANO-ROMAN A
Questi brevi cenni bastano a testimoniarci la cultura let-teraria-classica, la quale non poteva mancare in Atri e traluce da tanti altri elementi.
IX. Arte. — Divideremo questo paragrafo in tre parti a seconda delle manifestazioni dell'arte che in Atri ci rimangono ed abbracciano l'architettura e la plastica.
A) Architettura e Topografia. — Questa madre delle arti che è l'architettura si esplicò da noi nel modo più solido e suntuoso, veramente romano. L'attuale Atri - già l'accennammo di volo - è interamente fabbricata sulla Hatria dell'età consolare ed imperiale. Dovunque, entro il suo perimetro e nelle sue esterne adiacenze, smuovendo appena di qualche metro il presente suolo, si trova lo strato antico sotto forma di lastricati solidissimi, di avanzi di muraglie, di vie pubbliche, di condotti e di cloache. Gli edifizii soprastanti non permetteranno mai escavazioni sistematiche, sufficienti a rimettere a luce estesi ruderi della classica città. Dobbiamo principalmente al costume della Chiesa di valersi delle costruzioni pagane per i nuovi templi se possiamo ancora osservare nel sottosuolo della presente cattedrale i migliori avanzi atriano-romani.
Preliminarmente diciamo che tali avanzi, che ininterrottamente possiamo seguire nel sottosuolo, dall'odierna Piazza del Popolo a quella della Cattedrale pel Corso Elio Adriano, chiaramente ci dicono che quivi, com' è al presente, fu il centro dell'antica città. Possiamo quindi tentare una vaga descrizione della Hatria sotterranea romana, la quale si stendeva ancora a settentrione ed a mezzogiorno sugli altri due colli. « La coltivazione dei terreni per tanti secoli - osserva « il Cherubini, 1 - i due piccoli fossi che vi hanno origine, « avvallarono profondamente quei luoghi un tempo ricchi ed « adorni di edilìzi e di popolo, e che oggi inghirlandati1 di
CniBLLi, Il Iìegno delle Due Sicilie, ecc., Napoli, 1853, art. «Atri».