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HATRIA = ATRI

Dr. Luigi Sorricchio
Tipografia del Senato Roma , 1911, pagine 324

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   CAPITOLO I
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   senza contare che esso fa a pugni colla dottrina numismatica, colla storia ed anche col raziocinio logico. Un simile pensiero non poteva certo nascere nella mente di alcuno e non sarebbe nato neppure in quella del De Vitt, autore pregevolissimo e dottissimo, senza il preconcetto inspirato dall'amore al soggetto ; del quale preconcetto diffìcile è spogliarsi in patrio argomento, quasi del pari che nelle memorie autobiografiche: nè noi, per quanto studio vi abbiamo posto a togliercelo di dosso, ci lusinghiamo poter andare esenti da un simile rimprovero.
   L'insigne etruscologo K. Otto Miiller 1 non esita ad attribuire alla nostra Atri i vasi d'argilla celebrati da Plinio. Noi inoltre siamo indotti a mantenere tale onore alla città picena da considerazioni intrinsiche sul passo pliniano. L'autore sembraci ponga colle sue parole un'antitesi fra la maniera tenue, leggiera (termitai) di trattar la creta, propriamente dei greci, e l'altra robusta e solida (firmitas), qualità peculiare dei latini. Ora i vasi adriesi sono da tutti riconosciuti greci ed ugualmente da tutti si ammette che nella città picena non si è mai ritrovato nulla di greco. Al leggere difatti la descrizione che ne fa il Welcker, 2 i vasi adriesi « di terra figu-« lina . . . d'un tal grado di finezza e di leggerezza che sor-« prende » appaiono similari di quelli di Coo, in perfetto contrasto con quelli di Atri, d'impasto compatto, solidissimo, senza alcuna pittura, atti agli usi ordinari e sopratutto, se non esclusivamente, alla conservazione e trasporto del vino, tal quali a quelli dell'epirota Core-ira, onde Esichio (s. v.) chiama ceramiche atriane le anfore corcirane: xepxopato:. a[x-cpopj;; tà 'A5ptavx xepxjjiia.
   La somiglianza dei vasi corcirani coi nostri è tale che non può dubitarsi che qui Esichio parla dei nostri, coi quali espor-tavansi in Grecia i vini celeberrimi, medicamentosi. Nè abbiamo difficoltà ad ammettere che la suppellettile vasaria di
   1 Die Etrnsker, lì, 245.
   2 Bull. hi. corr. arch.. 1834, pag'. 134-42.
   sorktcchio.
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