274 LIBRO V - CIVILTÀ E COLTURA ATRI ANO-ROMAN A
« a qualsivoglia città anteromana. Niun pezzo potette riser-« barsene dall' essere tutti minuzzoli ; pure una grande quan-« tità di priapi di vario formato si rinvenne che fu per al-« lora dispregiata non meno che dispersa ».
Uguali dolii furono ritrovati nel restauro del Corso presso la chiesa di S. Francesco circa il 1877; ed ivi ancora circa il 1900, di cui è parola nelle Not. scavi, 1901, pag. 187.
Di varie terrecotte rinvenute nell' abitato dava notizie Gr. Cherubini nel menzionato periodico degli scavi negli anni 1876, 1877 e 1882, fra le quali l'importante frammento di anfora ansata col bollo HA 'RIA sopra citato «bollo abba-« stanza raro » scrive il eh. Fiorelli « sebbene non sia questo «l'unico esempio del nome HATRIA imposto sulla figulina « di quella regione ».
Anfore anepigrafi o numerate trovaronsi presso i ruderi di porta Capo d'Atri, e più importanti, per la loro situazione e per le epigrafi rammentate, quelle del Colle Morino che erano « grosse anfore vinarie di lavoro rozzo » (Not. scavi, 1877, pagg. 14-15. Ed altra anfora diota infine fu ripescata in mare, in quel di Silvi, sulla quale il tempo e l'onde avevano sovrapposta una bellissima incrostazione di conchiglie, a simboleggiarci il transito dei nostri dolii, pieni di vecchio vino, a traverso l'Adriatico.
Nel luogo sopra rammentato, ad un miglio dalla città verso Silvi, il Cherubini trovò tra fistule e piombo delle « grossissime idrie, senza manichi, di bel colore lionato scuro ; « la vernice vi è data dentro e fuori con gran maestria sen-« z'alcuna macchia... Hanno base conica» (loc. cit.).
I vasi col bollo ANLIOC, come dicemmo, scavansi nelle piane delle Scerne alla foce del Yomano.
Abbastanza abbiamo detto dell' argomento, che per quanto seducente non è nostro còmpito di trattare in modo speciale e tecnico.
Fusione in bronzo. — Quest'arte era anche largamente coltivata e perfezionata in Atri, come ci attestano le nume-