276 LIBRO V - CIVILTÀ E COLTURA ATRI ANO-ROMAN A
Le statuette che probabilmente appartennero a qualche dispersa stipe di devozione sono queste :
1. Minerva dritta in piedi, alta centimetri sette, pesante grammi settantacinque, che indossa elmo crestato e lorica, sotto cui discende una doppia lunga veste fino ai talloni, e colla destra sollevata appoggiasi all' asta, mentre la sinistra protende in atto di tutela e d'imperio. La sottoveste s'apre davanti sul ginocchio sinistro. L'insieme della figura è maestoso, d' un carattere sì arcaico-orientale che me ne ha fatto parlare nel capitolo dell' arte picena e mi fa pensare ad un' origine greco-asiatica.
Oro pallido (elettro) massiccio, che l'orafo ha scolpito.
2. Divinità maschile dritta, nuda, colla sola testa coperta di un' infula ieratica, alta centimetri sette, pesante grammi trenta, del medesimo carattere e della stessa fattura della Minerva.
Oro pallido (elettro), scolpito.
3. Piccolo priapo, pesante grammi otto, in attitudine oscena : termina con un piedistallo avvitato, che dimostra come facesse parte di un monile.
Oro giallo puro, fuso.
4. Busto di matrona romana coi capelli riuniti sulla nuca alla greca: è massiccio di grammi cinquantacinque ed alto centimetri cinque.
Oro purissimo e bellissima fattura di epoca inoltrata, forse dei primi due secoli dell' Impero.
5. Amorino con teda, di buon carattere. Argento.
6. Testa con calantica od infula, somigliante nell' aspetto e nel disegno al n. 2. Argento.
Sulle pietre dure vediamo bellamente incise le seguenti rappresentazioni :
1. Una figura maschile con tunica indosso e con petaso in capo, portante colla destra mano una palma, e procedente a sinistra.
2. Busto e protome maschia giovanile con casco a visiera: arieggia il tipo impresso sul triente nummario.