284 LIBRO V - CIVILTÀ E COLTURA ATRI ANO-ROMAN A
stico ed utilissimo piumato impressa sulla moneta, il che significa che gli Atriani erano i primi a riconoscere e vantarne la superiorità.
Queste benedette galline e pecore - benedette davvero con quel po' po' di figliazione - non ci sono negate del resto da nessun scrittore generale d' archeologia e di numismatica. Non ce le negano che gli adriesi con supposti arbitrarli e metodi semplicisti, quale quello di volersi appropriare la moneta col conteso volatile; 1 il che, ripreso agevolmente quello che ci appartiene, risolve per loro stessa sentenza la quistione a nostro favore.
Poiché qui trattiamo della pastorizia, per la quale non le paludi venete, ma le nostre terre montuose d'Abruzzo andavano famose - ed il secondo libro del De re rustica di Catone è un' ultima prova inconfutabile - citerò queste parole del nostro canonico Ariodante Mambelli, 2 che trattò anni or sono l'argomento: « Può scambiarsi più - egli scrive - rav-« vicinando i passi dei citati scrittori (Stefano, Tzetze, Eu-« stachio), l'Atria del Piceno con quella veneta, per essere « quest' ultima priva del fiume vicino dello stesso nome e « nella impossibilità di svolgimento della pastorizia per le « paludi da cui è circondata ?...».
E lo stesso Mommsen s' accosta con incertezza alla opinione che il passo pliniano sulle galline debba riferirsi all'Adria veneta più che altro, sembra, per la ragione del mare che ritiene battezzato dall'Adria veneta e non dalla nostra. Ma eliminata questa quistione, come noi 1' eliminiamo (lib. I, c. II), egli avrebbe opinato diversamente, evitando così di porsi in contraddizione con se stesso, nel punto stesso della enunciazione di una massima fone-paleografica: «Gli HAT, « che s'inscrivono sugli assi e sulle loro parti, di età anti-« cliissima, poiché abbastanza consta che si riferiscono alla
1 Cfr. per tutti gli Adriesi Db Vit., op cit., pag. 108-13, I.
i Alcune osservazioni, ecc. Lettera. Terranova, 1882.