305
forse esagera e travisa per l'effetto, come un buon curiale dell'età nostra davanti alle assise. Almeno così mostra pensare il Mommsen, il quale, appoggiandosi ad Orosio, ci parla di questo Fabio come di uno dei migliori capi del partito rivoluzionario antioligarchico di Cinna. Fabio Atriano ritolse la Sicilia al sillano Metello, e passato al governo d'Africa, fu assalito ed arso coi suoi famigliari, secondo il Mommsen, per una sommossa instigata dai mercatanti romani di Utica, perchè faceva la rivoluzione troppo sul serio, ed incominciava già a donare la libertà agli schiavi (Stor. Roma c. IX, lib. IV). Leggesi infatti in Orosio (lib. V, c. 20): « Fabius vero Adrianus cui imperiavi prò praetore erat, regnimi Africae servorum manti affectans, a dominis eorum apud Uticam, congestis sarmentis, cum omni familia vivus incensus est >. La versione, come si vede, è perfettamente opposta a quella del retore avvocato d'Arpino, giusta l'espressione sprezzante del Mommsen, che ha così poca simpatia per Cicerone.
Anche Valerio Massimo (lib. IX, c. X) concorda con Orosio.
Caio. — Questi appare Aglio di Marco, luogotenente di Lucullo. Lo vediamo nel partito di G. Cesare, cui rimase fedele fino alla morte. Non così il suo corregionale T. Labieno, cingolano, con cui in principio divise i favori di Cesare. Caio ottenne la pretura urbana, poi la questura e da ultimo il proconsolato d'Asia. Come proconsole battè moneta in Traili ed in Apamea col suo nome; alla quale monetazione il Borghesi assegna la data del 696 d. R. Gli successe Q. Cicerone, fratello di M. Tullio (ep. Cic. ad Quintum fratrem, I, 2).
Ottenuta Cesare la riconferma quinquennale del comando nelle Gallie (700 d. R.), egli elevò a suo legato C. Fabio Atriano, come prima aveva assunto allo stesso alto ufficio il cingolano T. Labieno.
Apprendiamo dai Commentarii che Caio Fabio fu lasciato nella Gallia Transalpina tra gli Edui, da G. Cesare. Ma prima del suo generale istesso venne alle mani coi pompeiani in Spagna. Cesare gli diede ordine di muovere da Narbona
sokricchio.
20