306 LIBRO V - CIVILTÀ E COLTURA ATRI ANO-ROMAN A
verso i Pirenei per affrontare A frani o7 mentre egli recavasi a Massilia contro Domizio Enobardo. C. Fabio condusse felicemente a termine l'impresa. Celeremente occupa i passi dei Pirenei, li valica, scende verso le pianure dell' Ebro e si accampa sul Segre affluente dell' Ebro. Ben addestrato nella tattica di Cesare, fa costruire sul Segre due ponti a quattro miglia di distanza 1' uno dall' altro e manda i suoi sull' opposta riva a foraggiare per molestare ed eccitare a battaglia il nemico, accampato nelle vicinanze. Avvenivano frequenti scaramucce. Un giorno Fabio passò il fiume con due legioni all' intento di stuzzicare più vivamente Afranio e Petreio e di fare più larga razzia. Ma una piena improvvisa portò via il fragile ligneo ponte. Accortisi di ciò gli avversarli, invece di attaccarlo, pensarono di traversare il fiume su un terzo ponte da essi costruito, e con quattro legioni assaltare il vallo e distruggervi Planco col grosso dell'esercito cesariano. Ma Fabio, scoperta la manovra, fu presto a ripassare il fiume sul secondo suo ponte, battendo i pompeiani e costringendoli a ritirarsi.
Nuli' altro sappiamo di lui tranne che Cesare, iniziata la guerra civile, ben presto lo chiamò a sè, e C. Fabio passò a sua volta il Rubicone colla Vili e XII legione raggiungendo il suo capo, pare, dopo la presa di Osimo. Corse voce, raccolta da Cicerone come speranza (ep. ad Atticum, VII, 3,3; VIII, 3, 7), che C. Fabio fosse anch' egli, al par di Labieno, passato ai pompeiani. Ma fu vana speranza. Il nostro illustre concittadino, di cui ignoriamo la fine, probabilmente mori in qualche fatto di quella micidialissima guerra. 1
Il cistóforo coniato da C. Fabio nel suo proconsolato d'Asia, porta questa leggenda: C- FABI- M- F ¦ PRO-C0S- Apparteneva quindi egli alla discendenza dei Marchi, ossia ai Fabii Buteoni, principalmente illustrati da Numerio Fabio, figlio di Marco e nipote di altro Marco ; il qual Numerio fu console
1 Cfr. Speranza G., Il Piceno, II, pa