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a cura di Federico Adamoli Aderisci al progetto!
dall'atto originalo dell'Arcioni: finn tu divina inspirante « grati», in rìoniibiis tuis Civitatis Ternini jiotitis, quas « ex ilevotione Kidclium. et spceialiter ex eollatione bono-« rum (,iiondam b. 111. Domili Yaleiitini Canonici aprutini, « et alias justo titilli» aei,iiisivisti, llospitale sub vocabulo « S. A 111oiiii Abbatis. de nostra licentia, novitcr contruxisti « ut pauperos et ogroti ibidem presentialiler et in futurum <¦ comiuorantcs. devoti nj, utilitcr Cn'atori altissimo l'aniu-« leiitur ete. » Concerìe il vescovo all'ospedale, eoi consenso rìcl capitolo, l'esenzione ila ogni ,wdcRtè e do ogni giuris-dizion e temporale e apiritnalo del vescovo, riservando solo a qui', lo, a tilolo di (in-., ] .minali' prestazione, nel giorno «li S. Antonio Aliate (17 rìi gi'iinaio). ili un pranzo consistente in dieci rotoli ili carne ed una focaccia (pictam) da offrirsi però a ciascun canonico del capitolo aprutino, e riservando insieme a questo l'elezione dell'ospedaliere (erea-tionem Hoepitalarii) da nominarsi però dal vescovo in caso di negligenza «lei coitolo. V editto stabiliva inoltre, clic, l'ospedaliere dovesse stipendiare un cappellano con l'annua prebenda di dieci lire (librarum) della moneta usuale, elio mai i due 11ilicii si potessero cumulare e clic sempre poi l'amministrazione dei beni temporali restasse all'ospedaliere. |