a) Denominazioni rarie.
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   «elegia ft. Benedicti apud Aprutium cuin omnibus pcr-« tineniiis ». la quale può supporsi o ad ('aterulam, oggi Cartecehia, a duo chilometri ad oriente di Teramo, ovvero l'al ira chiesa ora esistenti: tra le mura di essa città ed allora fuori, e che è più nota sotto il titolo de' cappuccini ed appartenuta, giusta il Palma 11 \dal medio evo al secolo xvi all'ordine dei benedettini eremiti. In ogni modo quellVt/L>/<(7, invece del solito in. indica chiaramente, a parer nostro, che si tratta della città e non della sua regione.
   tìe non che la nostra città, dopo aver portato si lungo tempo il nome d'luterumniu. e dal secolo vi, almeno, tino alla metà del xu, come si è dimostrato, quello di Aprutium, nel secolo xii subì un'altra metamorfosi onomastica dicendosi Teramum, nome che le è lilialmente rimasto. Il primo accenno della medesima sembra a noi trovarsi nel 1122 in quella donazione del cartulario della cattedrale (2), che principia: « Dedi et tradicli Ecclesie < S. Marie Teramnensi » e non più. « Interamnensi », siccome negli atti precedenti. Più tardi poi nei 1148, se eondo un documento citato dall'Ani inori (.'!), si dice a dirittura Teramo ed un atto del 11.) 1, riferito dal Brunetti (4), parla della « Civitate Teramnensi». Certo si è che nel celebre catalogo dei feudatari! normanni, compilato. secondo il Capasso (5), tra il 1154 e il 11(51, si legge, che il nostro vescovo Guido « tenet in Aprutio
   (1) Pai.ma, Storia di Teramo, voi. IV. Cronaca di S. Benedetto ili Teramo.
   (2) Dm,fico, op. cit. p. 25.
   (3) Antinoki, Mi-iii. s/or. abruzz-si, v. II, p. (il). Napoli, 1781.
   (4) Brunetti, op. e loc. cit.
   (5) B. Capassi), Sul Catalogo ilei fanti e d'i fendatar 7 normanni iteli ¦ /irorincie napoletane sotto la dominazione normanna, pp. 35-42. Napoli, 1870.