b) Topografia.
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« quel clic i diplomi di Ludovico II connato al eapi-« tolo XVII e di Ottone I riferito al cap. XXI ci aveano « indicato colle parole: et in finibus da Aprvcio ast/uc « in Firmo; cioè che la Contea aprutina verso i paesi «marittimi s'inoltrava sino alla frontiera della Fer-« mana. Da un registro di Feudatarj sotto i Re Nor « manni vedremo che anche nel secolo XII Monsan-« polo, Monte Donneilo ed Acquaviva soggiacevano ai «nostri Conti». In quanto poi a questo contine settentrionale della contea aprutina. il Palma (1) combatte eruditamente l'opinione di chi lo ha creduto sul corso del Salino o della Vibrata e sostiene con buone ra gioui, desunte dall'accordo, ormai da tutti ammesso, della circoscrizione territoriale romana con quella diocesana, il termine a nord dall'apice degli Appennini alla foce della Vibrata.
10. I confini dunque della contea aprutina erano verso il nord alquanto incerti e perciò nel secolo xn erano materia di contesa fra i nostri conti e i vescovi-conti di Ascoli, e sebbene un diploma dell'imperatore Corrado (2) assegnasse nel 1150 a Presbitero, vescovo di Ascoli, Colpagano, Lempa, S. Egidio, Faraone (già nell'agro ascolano), pur siffatti paesi rimasero ai conti aprutini (3) e fanno tuttora parte della provincia di Teramo.
11. Ma checché siasi di questi contratti e a parte anche qualche modificazione tra il Salino ed il Tronto, qui, per chiudere la parte topografica del nostro lavoro, diremo, che i confini della contea aprutina rispondevano a quelli del romano J'rac.tuttium e della diocesi attuale
(1) Palma, op. cit. aggiunta al cap. VII.
(2) UoilELLl, Italia narra, in Ascili.
(3) Palma, op. cit. voi. I, cap. XXYIir.