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La Contea di Apruzio e i suoi conti
Storia teramana dell'Alto Medioevo
Francesco Savini
Forzani & C. Tipografi del Senato, 1905, pagine 271

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a cura di Federico Adamoli

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   e.) Storia.
   27
   13. Ma sorto il nostro contado aprutino press'a poco nel detto tempo,da quando, qui ci domanderemo, il suo territorio era divenuto dominio longobardo? Tale questione noi pur muovemmo nel nostro libro sul « Co-« munc teramano » (1), e la sciogliemmo nel senso, che la nostra regione, stimata dai nostri storici venuta nella signoria di quei conquistatori sin dalla loro discesa iu Italia nel secolo vi, invece vi cadde solo negli ultimi tempi di quella dominazione. Ciò ivi provammo con buoni argomenti e con l'addurre il testo del Libar pou-tificidis sotto l'antica denominazione di Anastasio lli-bliotecario. Ora la narrazione di quel lAbar. meglio studiata sulla recente critica edizione del Unchesue (2), e che già rifaceva il Momnisen, ci permette di esporre con maggiore sicurezza ed ampiezza il fatto, che ci illumina sulla tarda occupazione longobarda della contea aprutina. Qui intanto accenneremo a quel, che nel detto scritto dimostrammo, cioò, che nell'epoca delle lettere di S. Gregorio Magno (598-rtOl) tanto Teramo, allora nominato Aprutium, quanto Fermo, al cui marchesato la prima città era soggetta, andavano liberi dai Longobardi ed invece dipendevano dai Greci di Ravenna: e i principali argomenti ivi svolti erano: il nome romano del conte Anione, le relazioni amichevoli di costui con S. Gregorio infenso ai Longobardi. e più ancora le menzioni di leggi romane come vigenti in Aprutium. Solo dobbiamo qui avvertire, che alla frase gregoriana: « Castri Aprutiensis. Firmensis « territorii », da noi data allora, bisogna togliere la parola « territorii », giusta l'ultima edizione critica del
   (1) Fr. Savini, IL Co:iiuir' teramano, ecc. cap. VII, i; 4. Roma, 1895.
   (2> Di'chksnk, I. ' j. Li'x'.r pontificatili r. Paris, 1MHG.