Stai consultando: 'La Contea di Apruzio e i suoi conti Storia teramana dell'Alto Medioevo', Francesco Savini

   

Pagina (43/286)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (43/286)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




La Contea di Apruzio e i suoi conti
Storia teramana dell'Alto Medioevo
Francesco Savini
Forzani & C. Tipografi del Senato, 1905, pagine 271

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   36
   Parte I - La contea di Apruzio.
   più esplicite della marca fermana, da cui noi allora immediatamente dipendevamo. Tale, ad esempio, è un atto di costituzione di dote del 1044 pubblicato dal Baluze (1), ove si dice: «sive. infra territorium Pinnenso in loco, «qui nominatili' Salaiano, aut infra istam Marchiani Fir-« manam ». Il che fa dire al Fabre in una sua lunga nota al Libar censitimi della Chiesa romana (2), che tale atto «établit péremptoirement qu'cn 1044 Città di Penne «était dans la Marche de Fermo, ce qui vaut à fortiori « pour Ascoli et Teramo ».
   17. Qui intanto è utile mentovare, che non sempre la contea aprutina fece parte a sò (nella dipendenza, s'intende, del ducato di Spoleto), ma talvolta, per eccezione si dee credere, andò unita ad altra contea, a quella, per esempio, della vicina Ascoli, si da essere ambedue amministrale da un sol conte, che s'intitolava da Ascoli insieme e da Teramo Aprutinni). Così nel 1057 seguì con Gerardo conte « de Comitati! Asculano et Aprutiensi» : ma di ciò si dirà di proposito al luogo di esso Gerardo (n. X).
   18. Ma continuiamo la storia generale della contea aprutina ed entriamo subito a narrare del momento suo più critico, quando cioè le nostre sorli politiche accennavano a mutarsi. Il legame politico, che insieme a quello di stirpe e di costumi ci univa da tanto tempo, persino anteriore alla dominazione romana, al vecchio Piceno, comincia ora ad allentarsi per le incursioni de' Normanni giada non pochi anni invasori della parte meridionale d'Italia, e finirà col rompersi del tutto per mano di costoro, che con la forza dell'armi ci aggregarono al nuovo regno di Napoli.
   (Il Bali'ze, Cajntntaires, toni. II, col. 1550.
   2' Fabkb, L» j. Litter Censuumr di' l'Et/lin' roma-n-, p. 14. in nota. Paris, 1S80.