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La Contea di Apruzio e i suoi conti
Storia teramana dell'Alto Medioevo
Francesco Savini
Forzani & C. Tipografi del Senato, 1905, pagine 271

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   C> Slor.n.
   39
   invasori appaiono ospiti a noi graditi, dovendo noi ciò argomentare dal fatto di Oldrio abate di Casauria, il quale si presentò sulle rive del Tronto all'imperatore per esporgli le usurpazioni patite pei Normanni dal monastero di S. Clemente al Voinano de' propri boni tanto «in Comitatu Penuensi », quanto «in Comitalu Apru-« tino ».
   19. Ma l'ora della stabile conquista normanna pur troppo stava per suonare. Dopo che Ruggiero I. fatta la pace con Innocenzo II noi 11:59, fu da questo investito del regno di Sicilia, mercè il censo alla Chiesa, romana di 400 schifati annui, pensò ad estendere oltre le sue conquiste, passando la Pescara. A tale uopo, come narra lo stesso Falcone (1), egli spedì i suoi due tìgli Anfuso, conte di Capita, e Ruggiero, duca eli Puglia, «ut provinciali] illam sane subiugant potestati»: ad ossi infatti, « simul alligati provinciam prope Romanos « fines adiacentem timore multo ad oorum impennai sub-« miserant ». Il Papa naturalmente se ne risenti e « tur-« batus » scrisse agli invasori, « ne aliena invadereiit et «Romanos tines non usurparent ». Ciò conferma anche il nostro cronista di Casalina (2), quando narra, che « Rex Rugerius... fìlium suum Anfusum nomine, quem « Principem Capuae fecerat, ad Theatinum Comitatuni «cimi magno exercitu praemisit». Vi si condusse tosto lo stosso Ruggiero, come giustamente argomenta il Palma >3) dal diploma dello stesso spedito nell'agosto di quell'anno 1140 «in territorio civitatis Theatinae « super (lumen Piscariae »,dove, « in campestri sub Tocco, «et inxta Piscariam... castra posuit», assicurando al
   il) Fai,cox. Benev. ap Muratori. JR. [/. Sci-. v, p. 34.
   (-2) Chrou. Caiaur. ap. id. p. 888.
   (3) Palma, op. cit. voi. I, cap. XXVII, in fine.