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La Contea di Apruzio e i suoi conti
Storia teramana dell'Alto Medioevo
Francesco Savini
Forzani & C. Tipografi del Senato, 1905, pagine 271

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   42 Parte I - T,a enti tea di Apruzio.
   Federico II volle dare prima del 1234 una forma stabile alla giurisdizione del regno, dividendolo in nove Instit/ariatìis, di cui è inutile ripeter qui la serie riferita da tutti gli storici. Il nostro, cioè quello in cui andò compreso il territorio aprutino, si disse Ivstitia-riatiis Apratiì e contenne le tre attuali provincie abruzzesi dell'Aquila, di Ohieti e di Teramo. E la divisione fu non solo giuridica, per cui ogni nuova provincia ebbe un Tuxtitìariiis per render giustizia, ma anche finanziaria, giacché ognuna di esse s'ebbe altresì un f'amnrarius per la riscossione delle imposte. Non si conosce l'anno preciso di questa nuova circoscrizione; il Bellico (1) la pone nel 1121 o nel 1122, ma senza addurre i motivi di tale sua opinione; essa dovè seguire in ogni modo prima del 1234, giacché appunto nel gennaio eli quest'anno, come ci narra Riccardo da S. Germano (2), Federico li stabilì, nella curia generale del regno in Messina, che nelle provincie si tenesse curia generale, con l'intervento di uno speciale nunzio regio, due volte all'anno, e fissando per ognuna la sede; per noi questa fu in Sulmona: « In Iustitiariatn Aprutii, « apud Sulmonam». Per noi è interessante sapere, o almeno argomentare, la ragione, per cui il nome, della nostra piccola citta e del suo piuttosto largo territorio servisse a denotare la vasta estensione dei tre presenti Abruzzi. Il Delfico (3) la trae dall'avere avuto in quei primi anni (intorno al 1121 e 1122, come si è detto qui soprai il luxtitiarius Aprutii sede in Teramo, «città, « che ratteneva », egli soggiunge. « tuttavia il nome sor-« tito sotto i Longobardi». Il Polidori (4) e il Roma-
   (1) Delfico, op. cit. pp. 29, 35.
   (2) Rvce. de S. Germano, Chron. ad an. 1234.
   (3) Delfico, op. e loc. cit.
   (1) Poli dori, Antichità frantane., lib. II, cap. ult.