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La Contea di Apruzio e i suoi conti
Storia teramana dell'Alto Medioevo
Francesco Savini
Forzani & C. Tipografi del Senato, 1905, pagine 271

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   d) Governo.
   4!)
   nostra regione, posta al confine dell'antico regno di Napoli e già facente parte per lunghi secoli del Piceno, desia non poco interesse nel suo svolgimento politico-amministrativo.
   Tra siffatti periodi merita particolare attenzione quello remoto ed oscuro, in cui per la prima volta appare un «Comes Castri Aprutiensis » e che risponde al pontificato di san Gregorio Magno, il quale tanta parte ebbe, alla fine del secolo vi, nelle cose d'Italia.
   Noi ci occupammo, è vero, di tal periodo, per quanto riguardava la storia teramana, in altro scritto (1); ma ciò segui solo sotto il punto di vista municipale e in quanto a que'magistrati cittadini, che per avventura vi fossero stati allora. Qui invece dobbiamo trattarne in quanto il conte e i suoi ufficiali furono magistrati regi. E cominciamo dal conte: per sapere che cosa fosse questo nell' epoca gregoriana, ossia alla fine dei secolo vi. quando appunto vien fuori il nostro « Ànio Comes Ca-« stri Apruticnsis » (v. nostro doc. I), ò mestieri consultare il Hegel, che studiò accuratamente sulle leggi e sui documenti contemporanei le incombenze di tali magistrati in Italia durante l'epoca barbarica; materia che è stata anche recentemente discussa, in quanto al « Co-« mes Gothorum » dal Tainassia (2) e in modo speciale, per l'amministrazione bizantina nell'esarcato di Ravenna, dal DiehI (3).
   (i) Fk. Savini, Il Comune, tertim. cit. cap. Vili. Il Cornuti neI periodo contila/e.
   (2'i T amassi a, che, nell Vl/rft. stor. lomb. (fase. 30 giugno 1881), scrisse le Osservar, sul «Comes Gothorum» come magistrato romano e goto.
   (3) Dieiil, Ktudes sur l'iulnrin. byzaatinc dans l'Kxarchat de Karma*, (568-751). Paris, 1888.