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La Contea di Apruzio e i suoi conti
Storia teramana dell'Alto Medioevo
Francesco Savini
Forzani & C. Tipografi del Senato, 1905, pagine 271

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Furto I - La contea di Aprano.
   trove (1). Certo è però, per la bolla di papa Anastasio IV del 1153 (SJ), che il vescovo aprutino possedeva allora « Interamnein. cum Vitica, Carticula, ctc. », possessi, che come feudi vescovili ricompaiono nella mostra feudale normanna d'intorno il 1161 (3). Bisogna dunque escludere il conte dal dominio della città almeno sin dal principio del secolo xrr, per non supporre proprio all'epoca di quella bolla iniziata la signoria vescovile in Teramo. Intanto notiamo, clic nel placito del 1108 (doc. XIII) appare piena la giurisdizione del conte Attone V nella contea. Ivi però non è da trasandarsi, che la data del placito è da S. Ilaria a mare in S. Flaviano (ora l'Annunziata presso Giulianova): il che ci fa subito giudicare, che, mentre la contea si estendeva anche allora sin là, essa poteva non comprender Teramo, la quale anzi si può agevolmente supporre appartenesse già in quell'anno 1108 feudalmente al vescovo. Altro fatto, che dimostra, che il governo de' conti durasse ancora nella contea aprutina alla fine di quel secolo xin, è'il giudizio del 1193, riferito dalla cronaca di Carpineto e trascritto da noi (doc. XX), nel quale il contc Rinaldo I appare giudicante con «tota Curia Comitis». -Ala esistono altri documenti, che accennano ad ulteriore durata di tale curia, giacché parlano indeterminatamente di una Aula aprutina: e difatti un « Magister Rogerius « Aprutine Aule publicus notarius » roga nel luglio del 1205 una donazione dei nobili Giacomo e Filippo di Troia al monastero di S. Angelo a Marano presso Bollante (4). Lo stesso «Rogerius publicus Notarius Aprutine Aule»
   (1) Saviki, op. cit. p. 97.
   (2) Uoiiixi.t, II. sarra, in Apru/in. (3* CAi'Asso, op. cit.
   (1 Gattola, Itis'. Cns'it. p. 112.