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La Contea di Apruzio e i suoi conti
Storia teramana dell'Alto Medioevo
Francesco Savini
Forzani & C. Tipografi del Senato, 1905, pagine 271

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   e) Giurisdizione. 63
   «qui advoeatus erat de ipso Comitatu de Aprutio de «Regi parte». II ehe fa supporre al Palma (1), che quegli fosse un avvocato fiscale e che quindi « per qualche «cagione fosse stata la Contea confiscata, ed il Conte «destituito o sospeso ». Ma ninna prova diretta noi possediamo per confermare siffatta ipotesi.
   36. Talvolta il nostro conte giudicava come giustiziere del re e ciò insieme ad altri conti e con la stessa qualità di regi giustizieri. Tanto segui nella sentenza data nel 114H (doc. XVII) dal conte Roberto 1 da Aprutio e da altri conti a favore del monastero cassincse e contro il vescovo aprutino.
   37. Il nostro conte aveva, come s'intende, proprio tribunale ('curia Comitis), innanzi a cui erano definite le cause di tutt'i suoi dominii. Tanto ci prova il cronista di Carpineto nella parte riguardante il conte Rinaldo II e da noi riportata in fine (doc. XX), ed è qui utile riferirne il tratto, come quello che mostra la forma giuridica della curia comitale in quell'ultimo periodo della sua autorità. Allorché, come vedremo al luogo del conte Rinaldo I (n. XIX, § '.)), nei torbidi del regno per la successione di Guglielmo II, il monastero di Carpineto, in quel di Penne, perdette Carpineto e Fara, per la violenza dei signori di Brittoli, e il nuovo abate, insediato da esso conte Rinaldo, li chiamò in giudizio, « tota Curia Comitis « concordi sententia hoc Monasterium omnibus ablatis « adjudicavit restituì, et in co statu, in quo ante destitu-« tionem fuerat, redintegrari, et tale iudicium dominus «Comes fecit litteris annotari ».
   Di qui si scorge altresì, che il conte aprutino insediava, ossia, dava il possesso ai nuovi abati de' monasteri.
   (1) Palma, op. cit. voi. I, cap. XIX, in fine.